Il Consiglio dell'Abruzzo non ha discusso la riforma della legge regionale sul randagismo. Rinvio ad altra seduta dopo le proteste animaliste.
Mail bombing sulle caselle dei consiglieri regionali e manifestazioni annunciate contro l'aggiornamento delle norme abruzzesi sul randagismo e la tutela animale. Il
provvedimento di riforma, già approvato all'unanimità dalla Commissione regionale alla Sanità, avrebbe dovuto essere discusso ieri in plenaria, ma è stato rinviato.
Da giorni, le maggiori associazioni animaliste nazionali, protestano contro una legge che definiscono "ammazzacani" e per la quale sono state avanzate numerose proposte emendative. Il mail bombing sulle caselle email dei consiglieri "ha mandato il tilt la messaggistica dell'Emiciclo e della sede di Pescara"- riferisce una nota AGI- che ne riporta il testo: "Voglio manifestare il mio disappunto per una proposta indecorosa, che non dovrebbe essere neppure presa in considerazione in un Paese civile, e nel 2013 - e' scritto nel testo - per questo vi chiedo di accogliere tutti gli emendamenti proposti da Lav, Enpa e Lega Nazionale Difesa del Cane. Chiedo che non sia permessa in Abruzzo l'eutanasia per i cani su richiesta dei proprietari, che sia potenziata la sterilizzazione obbligatoria in quanto unica e vera soluzione al problema del randagismo, che sia cancellata la possibilita' di abbattimento per i cani inselvatichiti, che il pronto soccorso veterinario sia esteso anche ai gatti, che si ridiscuta la situazione dei cani che vivono legati, che si rispettino i diritti degli animali d'affezione e che questi ultimi vengano estesi. Sono certo che la Regione dei Parchi sapra' essere sempre al fianco degli animali, e non contro di loro!".
Il progetto di legge regionale, in Commissione, era stato votato all'unanimita' da tutti i partiti. La possibilità per il proprietario di richiedere l'eutanasia è una delle "gravi criticità" evidenziate dagli animalisti nella proposta di riforma della legge abruzzese
n. 86/99 "
Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione". L'eutanasia- sostengono le associazioni protezioniste- "non può essere decisa dal proprietario neppure per motivi di ordine sanitario e sociale". Ci sarebbe un contrasto con la
Legge 281 e con il Codice penale. La prestazione eutanasica, in sostanza, sarebbe "uccisione" su richiesta del proprietario da parte di un veterinario".
La disposizione è considerata in contrasto anche con l'articolo
544 – bis del Codice penale sull'uccisione di animali, "che non prevede distinzione tra animale proprio e animale altrui, né particolari modalità impiegate per causarne il decesso- ha
argomentato l'Enpa in un comunicato. "L'eutanasia - si legge- è un atto medico veterinario e non può essere decisa dal proprietario neppure per motivi di ordine sanitario e sociale. La legge è molto chiara cani e gatti possono essere soppressi solo se gravemente malati, sofferenti e con prognosi infausta oppure se di comprovata pericolosità e non per generici motivi di ordine sanitario e sociale. Motivi di ordine sociale potrebbero essere difficoltà economiche, incapacità di gestire l'animale, il fastidio dell'abbaio oppure della semplice presenza di animali."
La proposta di legge depotenzierebbe- a parere dell'Enpa la lotta al randagismo "non prevedendo la presenza obbligatoria delle associazioni all'interno delle strutture gestite dai privati".
Animali d'affezione, bloccata la riforma in Abruzzo