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EMILIA ROMAGNA

“Migliaia di euro per l’anagrafe canina tolgono fondi alle famiglie”

“Migliaia di euro per l’anagrafe canina tolgono fondi alle famiglie”
Dal consigliere regionale Pdl Fabio Filippi: "E' necessario rivedere la scala dei valori".

"Diversi Comuni emiliano-romagnoli sono costretti a stanziare annualmente, in conformità alla normativa vigente, somme consistenti per il funzionamento dell'anagrafe canina e il mantenimento dei cani, sottraendo così fondi alle famiglie in difficoltà". Lo afferma il consigliere regionale Fabio Filippi (PDL) in una dichiarazione resa al Mattino di Parma.

"I Comuni- dice-  non hanno le risorse, in questa fase di crisi, per salvaguardare il sistema sociale , mentre, con la legge regionale n. 27/2000 'nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina' si spendono obbligatoriamente, migliaia di euro per il funzionamento del registro della popolazione canina e per i piani di risanamento, costruzione e gestione delle strutture di ricovero per cani e gatti. Inoltre, a quanto risulta, l'ente si prende pure carico di cani randagi provenienti anche da altre regioni".

Filippi aggiunge che "diversi sindaci hanno lanciato l'allarme, occorre rivalutare la legge regionale 27/2000, convogliando alle famiglie in difficoltà parte delle risorse attualmente destinate alla popolazione canina e felina. La Regione deve inserire a bilancio parte delle risorse necessarie al funzionamento e alla gestione delle strutture di ricoveroper cani e gatti, presenti nei singoli comuni emiliano-romagnoli, consentendo così agli enti locali di riservare risorse alle famiglie in difficoltà. Le leggi regionali in materia impongono agli enti locali l'obbligo di reperire i fondi per il funzionamento e la gestione delle strutture di ricoveroper cani e gatti, in questa fase le risorse a disposizione dei Comuni non sono sufficienti.Inoltre, a quindici anni dall'approvazione della legge regionale 27/2000, è ancora manifesta la presenza, sul territorio, di numerosi cani non identificati".

"E' necessario - conclude- rivedere la scala dei valori. Anche se comprendiamo le tutele a cui devono essere sottoposti necessariamente gli animali, la persona umana resta comunque la nostra priorità assoluta."

Lettera del Presidente ANMVI al Direttore de Il Mattino di Parma