• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31380

+++ Le pubblicazioni riprenderanno con regolarità dopo la pausa estiva +++  

LANALISI

Contributo soggettivo, veterinari al 19% nel 2025

Contributo soggettivo, veterinari al 19% nel 2025
Il contributo soggettivo previdenziale a carico dei professionisti iscritti alle Casse è aumentato in media del 24% in 11 anni.
L'analisi è del Sole 24 Ore che ha pubblicato un raffronto delle aliquote contributive applicate dalle Casse e dagli Enti di previdenza dei professionisti (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).

Il contributo soggettivo - nell'arco di 11 anni- è passato  dal classico 10%, applicato nel 2004 e in precedenza per molti anni da quasi tutti gli enti, al 12,5% medio da utilizzare sui redditi percepiti nel 2015.
Per il contributo integrativo l’incremento del classico 2%, applicato nel 2004 da quasi tutte le Casse, è salito in media al 3,4%, un incremento quindi del 60%, che però è a carico dei clienti dei professionisti, perché calcolato sul volume d’affari e addebitato nelle singole fatture.

L’incremento maggiore del contributo soggettivo, cioè quello sul reddito, spetta agli iscritti alla Cassa dei ragionieri, per i quali è aumentato del 50% passando dall’8% del 2004 al 12 per cento. In valore assoluto, però, l’aumento maggiore è quello di Inarcassa (architetti e ingegneri), con un salto del 4,5% (dal 10% al 14,5%).
Per il futuro l’aliquota soggettiva più elevata riguarderà i veterinari, che nel 2025 dovranno pagare il 19 per cento. La seconda più elevata spetterà ai periti industriali, che arriveranno al 18% nel 2019. L’aliquota del 15%, invece, dovrà essere pagata dagli infermieri professionisti dal 2016, dai biologi nel 2017, dai ragionieri nel 2018 e dagli avvocati nel 2021.

Gestione separata- Percentuali comunque più basse rispetto a quelle pagate dai professionisti non iscritti alle Casse, perché svolgono attività di lavoro autonomo per le quali non è stata istituita una cassa di previdenza. Per questi professionisti c’è l’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps la cui aliquota contributiva dovuta dai lavoratori autonomi, titolari di partita Iva, che «non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria, né pensionati», è del 27% . La percentuale base del 27% è rimasta tale anche per il 2016, ma, salvo ulteriori interventi legislativi salirà al 29% nel 2017 e al 33% a decorrere dal 2018. Quindi, dal 2018 in poi, l’aliquota piena sarà del 33,72% per tutti i lavoratori autonomi, privi di altra gestione di previdenza obbligatoria, né pensionati (sia con partita Iva, sia se amministratori-co.co.co. o venditori porta a porta). Nel 2005 queste percentuali erano del 18% fino a 38.641 euro di reddito e del 19% fino a 84.049 euro, quindi, rispetto all’aliquota del 27,72% l’incremento è del 50% e confrontando quella del 2018 del 33,72% l’incremento sarà di circa l’82 per cento.
Per i pensionati e gli iscritti ad altre forme previdenziali (anche se professionisti con partita Iva) l’aliquota contributiva per il 2015 è del 23,5% e a decorrere dall’anno 2016 è del 24% (articolo 1, comma 79, della legge 247/2007). Va considerato che questi lavoratori autonomi non sono soggetti al contributo integrativo e possono contrattualmente addebitare in fattura il 4% del loro particolare “soggettivo”, facendo così ridurre il loro onere contributivo sul reddito professionale dal 33% (previsto dal 2018) al 29 per cento. (fonte)