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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Sostanze anomale nel trattamento degli animali e delle carni

Sostanze anomale nel trattamento degli animali e delle carni
L'on Mirko Busto è il primo firmatario di una interrogazione parlamentare che prende le mosse dalla puntata di Report sui "vitelli dopati".

L'interrogazione- firmata da altri tredici parlamentari, tutti del Movimento Cinque Stelle- chiede iniziative per rilevare sostanze anomale nel trattamento degli animali e delle carni e per rafforzare i controlli negli allevamenti a garanzia della sicurezza alimentare. A rispondere sono chiamati il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole. L'atto parlamentare era già stato calendarizzato in Commissione Affari Sociali questa settimana, ma è stato rinviato dal Presidente On Vargiu. Sulla puntata "Vitelli Dopati-Consumatori ingannati" della trasmissione Report il Ministero aveva già diffuso un comunicato all'indomani della messa in onda.

Per gli interroganti, i casi denunciati da Report "dimostrano come, nel settore del commercio della carne, esista, in alcuni casi, un sistema di tacita complicità tra grossisti e macellai che, pur accorgendosi delle caratteristiche adulterate della carne — a volte troppo bianca, altre troppo scura – permettono il perpetuarsi di tali situazioni; le azioni illecite, denunciate dalla magistratura, trovano supporto nei limiti stessi del sistema ufficiale dei controlli che, basandosi su esami chimici su campioni di urina o sangue, non riesce a individuare, se effettuato anche solo dopo due giorni dal trattamento dopante, i residui di tali sostanze negli animali".

L''interrogazione argomenta che "esistono due tipologie di controlli alternativi a quello attualmente validato, capaci di rivelare i potenziali trattamenti adulteranti, perché si concentrano sui parametri dei biomarcatori, dove resta impressa, per più tempo, traccia delle conseguenze delle manipolazioni subite dagli animali; queste metodologie sono il prelievo e l'analisi del pelo, unico elemento dove resta memoria biologica, e l'esame istologico, che individua le alterazioni delle sostanze anabolizzanti sugli organi degli animali, almeno limitatamente alle sostanze ricercate; quest'ultima metodologia risulta essere in fase sperimentale da 7 anni, come dichiara la responsabile istopatologia dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, e viene usata in alcuni campionamenti dai macellai, ma con una media troppo bassa. Inoltre, seppure vengano riscontrate anomalie negli organi degli animali, secondo l'attuale sistema, la carne ha già superato i controlli e si trova già in commercio, mentre gli allevatori non rischiano sanzioni, se non essere inseriti in una lista di sospettati".

Nonostante "l'efficacia comprovata di tali metodi, con cui verrebbe assicurato un controllo più approfondito contro il fenomeno della contraffazione delle carni, e lo stesso rapporto dell'EFSA che ha segnalato, già due anni fa, le carenze dell'attuale sistema, la Commissione europea e il Ministero della salute non investono nella ricerca di metodi alternativi, continuando ad attenersi al piano nazionale residui che, definito sulla base di precise direttive comunitarie, stabilisce le sostanze da cercare e il metodo da utilizzare".

Pertanto i parlamentari firmatar chiedono "come intendano procedere i Ministri interrogati, ognuno per il proprio ambito di competenza, affinché il sistema dei controlli sia in grado di rilevare qualsiasi sostanza anomala nel trattamento degli animali e quindi delle carni, a garanzia della salute dei cittadini e della sicurezza alimentare, ciò anche in considerazione del fatto che il consumo di cibi di origine animale è in continua crescita, nonostante le conseguenze, sulla salute e sull'ambiente, riconosciute da numerose evidenze scientifiche e studi medici;

Gli interrroganti chiedono inoltre "se si ritenga opportuno, anche con nuovi strumenti normativi, rafforzare i controlli all'interno degli allevamenti e inasprire il sistema sanzionatorio, affinché gli animali non siano costretti a subire tali manipolazioni e tutta la catena di operatori, dagli allevatori ai macellai, sia incoraggiata a denunciare qualsiasi irregolarità, anche a difesa di chi lavora onestamente" e "se ritengano opportuno, in considerazione dei fatti emersi, investire in ricerca e studio di metodi di controllo alternativi per ottenere e mettere in uso un sistema definitivo, più flessibile, che sia strumento di vera garanzia e certificazione della salute delle nostre carni e dei consumatori".

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