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OMS

Aviaria: i primi vaccini per l'uomo pronti in 4-6 mesi

Aviaria: i primi vaccini per l'uomo pronti in 4-6 mesi
"Allo stato attuale, il virus causa infezioni umane sporadiche" ma se si verificasse una pandemia di Aviaria, l'Oms annuncia "vaccini disponibili entro 4-6 mesi". 

"Il processo di produzione sarebbe più veloce del Covid-19 e potremmo iniziare ad avere i vaccini disponibili entro 4-6 mesi" lo ha annunciato su X Maria Van Kerkhove l'epidemiologa che all'Oms guida la Preparazione e prevenzione contro epidemie e pandemie (Epp). Riguardo alla diffusione del virus H5N1 l'epidemiologa sottolinea però che "non siamo in una situazione in cui è necessaria la produzione di un vaccino contro l’influenza pandemica". 

Sorveglianza- Il rafforzamento della sorveglianza sugli animali e sul personale esposto rimane per l'Oms prioritario: "a livello globale, abbiamo bisogno di una sorveglianza più forte negli animali, negli esseri umani in contatto con animali, di un rilevamento rapido, di una ricerca attiva dei casi soprattutto nei gruppi ad alto rischio, compresi quelli con esposizione professionale ad animali infetti" ha scritto l'epidemiologa Van Kerkhove. 

Vaccini - "L'Oms ha una pipeline esistente di Cvv (candidati virus vaccinali) e di produzione di vaccino antinfluenzale - continua l'epidemiologica che dichiara che - L'Oms ha in essere accordi in base ai quali avremmo accesso a circa l'11-12% della produzione in tempo reale di vaccini per distribuirli agli Stati in base al rischio e alla necessità".

Cvv - Al momento, spiega ancora Van Kerkhove, per quanto riguarda il virus che in questi giorni sta allertando gli esperti, "ci sono 2 Cvv relativi ai virus circolanti del clade H5 2.3.4.4b disponibili per lo sviluppo del vaccino".

Rischio basso/moderato - Sulla base delle informazioni disponibili finora, "valutiamo basso l'attuale rischio complessivo per la salute pubblica rappresentato da A/H5N1. Per coloro che sono esposti a volatili o animali infetti o ad ambienti contaminati, il rischio di infezione è considerato da basso a moderato", ribadisce Van Kerkhove.

Nessuna trasmissione da uomo a uomo - "A livello globale, dal 2021, sono stati segnalati 28 casi umani di H5N1 e non è stata rilevata alcuna trasmissione da uomo a uomo tra questi casi (in gran parte delle situazioni sono attivi test molecolari e sierologici nei Paesi che li hanno rilevati)". Oggi "stiamo certamente assistendo ad un'espansione del virus H5N1 negli animali - pollame, uccelli selvatici, mammiferi - e all'infezione di nuove specie. Allo stato attuale, il virus è un virus animale che causa infezioni umane sporadiche".