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PORDENONE

Randagi nascosti per non perdere i fondi comunali

Randagi nascosti per non perdere i fondi comunali
Invece di favorire le adozioni dal canile, nascondeva i randagi nella sua abitazione. Decine di Comuni truffati. Dopo cinque anni di indagini, la Procura chiude il fascicolo con due rinvii  giudizio.


La Procura di Pordenone ha chiuso le indagini sulla gestione del canile di Villotta (Chions, Pordenone) con due richieste di rinvio a giudizio. L'ipotesi di reato è quella di truffa continuata ai danni di enti territoriali e viene contestata sia alla legale rappresentante del rifugio che al suo collaboratore, il contabile che si occupava delle fatture ai Comuni convenzionati. Almeno una cinquantina le amministrazioni locali truffate, prevalentemente del pordenonese.  Lo riferisce la stampa locale.

La struttura friulana accoglie centinaia di cani e gatti abbandonati. La titolare del rifugio ha sempre respinto le accuse e ora dovrà difendersi in giudizio: l'udienza si terrà ad aprile del 2023. Secondo l'accusa, la struttura non promuoveva le adozioni per trattenere animali sui quali mantenere l'incasso di fondi pubblici. Una ventina di cani sarebbero stati nascosti presso l'abitazione della titolare, che si è invece sempre difesa sostenendo di avere tenuto presso di sè animali che nessuno avrebbe mai adottato, per fragilità o malattie.

Due anni fa la Squadra mobile era intervenuta con l'ipotesi che il canile ostacolasse le adozioni per lucrare sulle diarie dei Comuni che pagano per il mantenimento dei cani recuperati sul loro territorio. A coordinare gli investigatori della squadra mobile è stato il Pubblico Ministero con il sospetto che le adozioni non venissero incentivate. Alcuni cani, circa una ventina e tutti riconducibili ai sussidi comunali, da un tempo sarebbero stati accolti nell'abitazione della titolare del canile, senza possibilità di visite da parte di persone interessate ad adottarli.  I cani sono stati trovati durante una ispezione.

Cani nascosti, secondo la Procura, che contesta tra il 2017 e il 2020 fatture per prestazioni veterinarie mai effettuate per circa 19.000 euro e per ulteriori prestazioni altrettanto inesistenti per 16.000 euro.  I cani in detenzione illegittima presso l'abitazione sono stati rivenuti in un seminterrato e in un vano ricavato nel sottotetto.