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TRIBUNALE DI LECCE

Feste paesane e religiose, condanne per asini e piccioni maltrattati

Feste paesane e religiose, condanne per asini e piccioni maltrattati
Gli organizzatori della festa dell'Immacolata non si erano attivati affinché non fosse arrecato pregiudizio agli animali.

Il Giudice salentino ha affrontato una vicenda giudiziaria riguardante il reato di maltrattamento di animali per fatti avvenuti in occasione di una festa di paese. L'oggetto tutelato dall'ordinamento del reato in questione è il sentimento verso gli animali, ovvero la sensibilità degli esseri umani nei confronti degli animali. La prima sezione penale del Tribunale di Lecce ha condannato (pena sospesa) gli organizzatori a sei mesi di reclusione. La sentenza, pubblicata il 7 gennaio è del 9 ottobre 2014.

Chiamati a rispondere del reato di cui all'art 544 ter, primo ed ultimo comma, c.p. erano due persone che durante i festeggiamenti dell'Immacolata avevano organizzato una corsa di asini; durante la corsa era stato previsto che i fantini rompessero delle pentole di terracotta con all'interno dei piccioni vivi.

L'organizzazione dell'evento avveniva senza che gli organizzatori predisponessero le opportune cautele per evitare qualunque tipo di maltrattamento agli animali. Nella fattispecie gli asini erano stati costretti a sopportare non solo il peso dei fantini ma avevano percorso una strada asfaltata senza una copertura di calzari sugli zoccoli, inoltre, non riuscendo ad avere grande equilibrio venivano trainati con delle funi.
Quanto ai piccioni, si è ritenuto che anche loro avessero subito maltrattamenti. Secondo la ricostruzione alcuni di essi sarebbero morti in seguito ai colpi inferti sulle pentole che li contenevano. 

Nel processo si costituiva parte civile l'Enpa Onlus. Venivano prodotte le foto della manifestazione e dalle stesse era emerso che non erano state osservate le prescrizioni impartite. In considerazione delle prove raccolte emergeva una responsabilità degli imputati, che in qualità di organizzatori della festa avevano omesso di attivarsi affinché non fosse arrecato pregiudizio agli animali.
Gli imputati sono stati anche condannati al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede civile, oltre alla rifusione delle spese  liquidate complessivamente in 2.000 euro più oneri fiscali. (fonte)