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SICUREZZA ALIMENTARE

Carcere al macellaio che vende la carne con i solfiti

Carcere al macellaio che vende la carne con i solfiti
Gravi conseguenze sanitarie sul consumatore. Inammissibile il ricorso dell'esercente che si dichiara ignaro di adulterare e contraffarre.

Condannato  il macellaio che continua a vendere carne tritata adulterata con sostanze chimiche per renderla esteticamente accettabile. Eppure un cliente aveva già denunciato il fatto. Ciononostante, l'esercente aveva continuato a vendere il prodotto con manifesta spregiudicatezza.

E così, il 30 maggio la Corte di Cassazione - esprimendosi in maniera analoga ad altre sentenze precedenti- ha dichiarato inammissibile il ricorso del titolare di una macelleria contro il giudizio di colpevolezza della Corte d'appello di Catania che lo ha condannato a 4 anni di reclusione per aver messo in commercio carne fresca con aggiunta di notevoli concentrazioni di additivi alimentari.

Il divieto- Comprata e consumata, la carne adulterata ha provocato una allergia, una reazione da shock anafilattico con arresto cardio-circolatorio e ipossia cerebrale, con danni irreversibili. Veniva acquisito il dato che il cliente, una giovane donna, era allergica ai solfiti e veniva accertato che nella parte residua di carne acquistata e conservata congelata c'era una concentrazione di solfito di sodio pari a 10,7 g/kg, percentuale che risultava presente nei campioni di carne analizzata presso la macelleria dell'imputato. I giudici di merito hanno ritenuto integrata la condotta di cui all'articolo 440 del Codice Penale, considerato che l'uso di solfiti è vietato nelle carni fresche dal DM 27 febbraio 2006, n. 209.

"Non poteva non sapere"- La prima sezione penale della Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso del commerciante che ha dichiarato di aver utilizzato un preparato, costituito da una polvere da diluire con acqua, per arrestare i fenomeni putrefattivi della carne, e di non conoscerne la composizione: ciò è assolutamente improbabile anche  perché l'uso dei solfiti è vietato nelle carni fresche e, nella qualità di operatore del settore, egli sapeva, anche perché aveva dovuto frequentare corsi sul rispetto della normativa alimentare e della salute pubblica.

La massima- È legittimo il carcere per contraffazione di cibo per il macellaio che continua a vendere carne tritata adulterata con sostanze chimiche per renderla esteticamente accettabile anche dopo la denuncia di uno dei clienti che, a seguito del consumo del prodotto, ha riportato gravi lesioni. (fonte: cassazione.net)