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CONSIGLIO DI STATO

La clinica veterinaria in ippodromo non può essere aperta al pubblico

La clinica veterinaria in ippodromo non può essere aperta al pubblico
Il servizio veterinario aperto a clienti diversi dai fruitori dell'ippodromo non è attività connessa alle corse dei cavalli.
Palazzo Spada risolve e chiude la diatriba relativa alla clinica veterinaria all'interno dell'ippodromo della Città del Golfo. Il Consiglio di Stato, infatti, martedì scorso ha confermato la correttezza degli atti svolti dal Comune di Follonica secondo i quali nella clinica veterinaria all'interno dell'Ippodromo, non poteva essere esercitata attività aperta al pubblico indifferenziato e su animali diversi dai cavalli fruitori dell'ippodromo.

Già il Tar aveva dato ragione al Comune. Ora anche il Consiglio di Stato ha rigettato le richieste della clinica veterinaria dell'ippodromo, con la seguente motivazione: "Considerato che l'appello non appare assistito da fumus boni iuris, avuto riguardo alla particolare destinazione urbanistica impresa nell'area, alle previsioni del piano particolareggiato ed a quelle della convenzione urbanistica che non appaiono consentire, nelle aree pertinenziali all'ippodromo, attività non connesse alle corse dei cavalli, quale appunto il servizio veterinario aperto a clienti diversi dai fruitori dell'ippodromo".

La vicenda dell'ambulatorio del centro ippico sulla Sarzanese, parte nel 2011 quando dopo una verifica da parte del Comune, saltò fuori che le attività lì svolte non corrispondevano a quanto scritto nella convenzione che lega l'impianto all'amministrazione. Quello che viene contestato dall'ente alla cooperativa Il Falco, gestore del centro veterinario, è che la sua attività deve essere pertinenziale all'ippodromo e quindi il suo staff può curare solo i cavalli e non altri animali, come invece accade.

L'accertamento a quanto ammesso oggi dal sindaco Eleonora Baldi scattò a causa di esposto che qualcuno fece nei confronti dell'ambulatorio. La conseguenza di quel procedimento fu l'ordine di rientrare nei canoni previsti dalla convenzione. Da qui il primo ricorso al Tar da parte dei gestori e il conseguente appello al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione dell'ordinanza comunale.

«Vale la pena sottolineare - afferma l'avvocato Fabio Conti, legale della società cooperativa che gestisce la clinica - che quando tale struttura è stata realizzata nessuno si è accorto che le porte di accesso avevano dimensioni troppo anguste per permettere ai cavalli malati di entrarvi. Ma di questo il Comune di Follonica non si è mai preoccupato, mentre nega che vi possano essere curati animali diversi dai cavalli appellandosi ad una destinazione d'uso che non ci sembra suffragata dalla normativa vigente». Se è vero che il Consiglio di Stato ha confermato il rigetto delle richieste di sospensiva dell'ordinanza comunale, l'avvocato spiega che andranno avanti. «Se ce ne sarà bisogno andremo anche davanti alla Corte Europea, pur di evitare che l'ippodromo diventi una cattedrale nel deserto - continua Conti - Il mondo dell'ippica da solo non è più in grado di sostenere le onerose spese di gestione degli ippodromi. I tempi sono cambiati: l'ippica non si mantiene con gli introiti legati alla vendita dei biglietti delle corse».

La risposta dell'amministrazione comunale è stata: «Noi abbiamo agito in base ad un esposto - replica il sindaco Eleonora Baldi - sono sicura che il titolare ricondurrà nell'ambito del legittimo la clinica. La convenzione richiede che le attività siano tutte in funzione dell'ippica, non a caso in ballo c'è una revisione della stessa perché la crisi del settore porta ad un ripensamento sulla funzionalità dei centri ippici». (fonte: iltirreno.it)