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DISTRIBUZIONE

Decreto farmaci veterinari: rischio contrazione del mercato

Decreto farmaci veterinari: rischio contrazione del mercato
In contrasto con lo spirito del Regolamento (UE) 2019/6, l'Atto di Governo rischia di contrarre il mercato dei medicinali veterinari, la loro distribuzione e disponibilità.
Chiarire il ruolo e le prerogative dei grossisti e ammettere la vendita di antiparassitari orali, senza obbligo di ricetta, anche negli esercizi commerciali. In audizione sullo schema di decreto legislativo sui medicinali veterinari, l'Associazione dei distributori veterinari (Ascofarve) e le Imprese della salute animale (Aisa Federchimica) hanno chiesto di ampliare il mercato dei medicinali veterinari, correggendo gli articoli del decreto che tendono invece a contrarlo.

L'unico canale da mettere sotto stretta regolamentazione è il canale della vendita on line, verso il quale lo schema di decreto non appare sufficientemente rigoroso, trascurando l'obbligo di pubblicazione sul sito del Ministero della Salute dei provvedimenti di blocco dei siti illegali. Le richieste- ampliamento dei canali distributivi e stretta sulle vendite on line- trovano corrispondenza nel regolamento (UE) 2019/6 a cui il Governo è chiamato ad uniformarsi.

Antiparassitari orali non solo nelle farmacie- Il regolamento europeo consente agli Stati membri di allargare il canale distributivo ai farmaci veterinari senza obbligo di prescrizione veterinaria e somministrabili anche senza una diagnosi veterinaria. Invece - nello schema di decreto - gli antiparassitari orali senza obbligo di prescrizione verrebbero venduti esclusivamente in farmacia. Ammettere la vendita degli antiparassitari orali anche al di fuori delle farmacie - secondo Aisa- avrebbe l'effetto di "favorire il consumatore nella reperibilità dei prodotti e di potenziare le attività di profilassi contro i parassiti esterni ed interni che oggi sono in grande aumento anche a causa delle mutate condizioni climatiche". L'associazione delle imprese della salute animale sollecita quindi una modifica del decreto.

Antimicrobici per le terapie urgenti di gruppo- Per mantenere un adeguato sistema di risposta alle emergenze e alle urgenze sanitarie, Aisa chiede di ripristinare l'articolo 81 del vigente decreto legislativo 193/2006 che consente la detenzione di quantitativi ridotti di medicinali veterinari contenenti antimicrobici per la terapia d'urgenza di gruppo negli allevamenti -per un periodo non superiore a 7 giorni - utilizzabili per la fabbricazione di mangimi medicati o per il trattamento non individuale attraverso alimenti liquidi oppure solidi. Quanto consentito oggi dall'articolo 81 del decreto legislativo 193/ 2006 andrebbe previsto anche nello schema di decreto, secondo un orientamento condiviso anche da Ascofarve non solo per il benessere animale, ma anche - sostengono i distributori- per scongiurare il ricorso a metodi fraudolenti.

I distributori all'ingrosso- L'Associazione dei distributori dei medicinali veterinari (Ascofarve) ha messo l'accento anche sull'articolo 23 che introduce un distinguo "irragionevole" tra vendita diretta e vendita al dettaglio. Questa differenziazione - non prevista nè in dal regolamento europe nè dalla legislazione italiana- arreca confusione al quadro della distribuzione, precludendo ai grossisti l'esercizio di attività non riservabili alle sole farmacie e parafarmacie.Un bisticcio legislativo, dunque, da eliminare chiarendo che i titolari di autorizzazione alla distribuzione all'ingrosso sono autorizzati alla vendita al dettaglio di medicinali veterinari, anche dei medicinali veterinari in confezione destinate esclusivamente agli animali da compagnia.

Donazioni a scopo benefico- Il nuovo decreto può essere l'occasione per introdurre in Italia un sistema di gestione della donazione dei farmaci veterinari oggi assente. "Questa è una questione molto sentita dalla nostra associazione"- evidenzia Aisa che suggerisce di mutuare la regolamentazione ideata per i medicinali ad uso umano. Fatte le necessarie distinzioni, i medicinali veterinari potrebbero seguire la falsa riga dell'articolo 157 del Codice dei Medicinali ad Uso Umano e il decreto attuativo emanato dal Ministero della Salute a febbraio del 2018. Quest'ultimo provvedimento individua le modalità che rendono possibile la donazione dei medicinali per uso umano non utilizzati ad enti del terzo settore, "agevolando le attività benefiche che operano a favore della tutela della salute e del benessere animale".