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I DATI DELLA DGSAF

In pandemia 6,4 mln di Rev: analisi dei dati nei pets

In pandemia 6,4 mln di Rev: analisi dei dati nei pets
Accolta con molti dubbi e resistenze, la ricetta veterinaria elettronica ha preso piede. Complice il lockdown ma non solo. Cosa ci dicono i dati?


"Non stiamo ricevendo sollecitazioni di modifica dal settore dei pet, il sistema della Rev si direbbe collaudato"
. Per Loredana Candela, dirigente veterinario del Ministero della Salute, due anni di dematerializzazione della ricetta veterinaria, con 6,4 milioni di ricette compilate solo nel 2020, sono sufficienti per un bilancio significativo sia per le autorità competenti, sia per gli stessi medici veterinari prescrittori. Le prime dovranno utilizzarli per programmare, dal 2022, i controlli ufficiali "in base al rischio" come vuole la normativa comunitaria; i secondi per affinare l'uso del sistema con rescente consapevolezza. In effetti, a ben guardare, qualche criticità emerge " è dovrà essere approfondita".

Al webinar organizzato oggi dall'ANMVI "Aggiornamenti sulla ricetta elettronica nei non dpa", il Presidente Marco Melosi ha analizzato due anni di Rev  insieme a Loredana Candela dell'Ufficio Medicinali Veterinari  della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario. L'analisi quali-quantitativa delle prescrizioni è entrata nel vivo dei problemi: gli antimicrobici e il decreto Speranza.

Qualche dato- Dal 2015 ad oggi, anno di avvio della tracciabilità digitale, 23.000 Medici Veterinari hanno emesso almeno una ricetta elettronica. A sistema, si contano 13 milioni di ricette emesse per animali non dpa, equidi compresi, e 47,5 milioni di confezioni medicinali. Il settore non dpa rappresenta l'83% delle attività di prescrizione all'utenza. Il 5% è invece riferito alle strutture non zootecniche, cioè a quelle 7.724 strutture veterinarie che risultano dal sistema e che solo nel 2020 hanno realizzato 746 mila emissioni di ricette.

L'uso in deroga e le Rev "annullate"- Si ricorre alla cascata nell'88% dei casi con il medicinale veterinario e per un 10% con il medicinale umano. Quest'ultimo è prescritto nella stragrande maggioranza dei casi (74%) nel cane, seguito dal gatto (24%), dal coniglio (1%) e dagli equidi non dpa (0,3%). Nel 72% si tratta di medicinali ad uso umano "etici", cioè con obbligo di prescrizione.
Il ricorso alla cascata è una facoltà del medico veterinario prevista e disciplinata dalla normativa, sia vigente che di futura attuazione, per questo il sistema della ricetta elettronica "non contiene blocchi alla prescrizione in deroga" ha spiegato Candela. La scelta prescrittiva è lasciata alla valutazione del medico veterinario, anche prevedendo un campo "altro" per i casi terapeutici particolari o per i casi di  sopravvenuta modifica dell'AIC  non ancora rilevabile nel prontuario.

C'è pero' un dato "da approfondire"- ha detto la dirigente ministeriale- che riguarda un consistente numero di prescrizioni in deroga "annullate", un comportamento che può attribuirsi ad un effettivo ripensamento prescrittivo oppure ad una errata interpretazione della funzionalità del sistema.
L'uso in deroga è frequentemente accompagnato da annotazioni del Medico Veterinario che argomentano e giustificano il ricorso alla cascata, dimostrando una scelta ragionata del medicinale. La compilazione del campo "diagnosi"- pur non essendo obbligatoria- è valutata molto positivamente dall'autorità competente. Risulta accompagnato da annotazioni il  28% dei casi di  prescrizione in deroga del medicinale umano. Ma attenzione, ha avvertito la dirigente ministeriale: "Ciò che è tecnicamente ammesso dal sistema non vuol dire che non c'è più la norma".

Antibiotici- Sono circa 1milione e 600mila le confezioni di antibiotici prescritti, di cui 888mila corrispondono a fluorichinoloni. Anche questo è un dato da studiare ha commentato Candela che ha toccato anche il tema dei CIA, gli antimicrobici di importanza critica che dovranno essere riservati alle cure nell'uomo. Il ceftriaxone - non autorizzato come medicinale veterinario- è un caso di uso in deroga per "altro".

Il sistema registra 3.450 records per questo medicinale, con un 22% di annotazioni sulla patologia che ne ha richiesto l'uso e un 67% circa che lo motiva proprio per assenza come medicinale veterinario. Rientrando nella categoria delle cefalosporine di terza generazione sarà vietato? "C'è molta attesa sull'elenco che farà la Commissione Europea" ha detto Candela. La Commissione ha recentemente presentato una bozza sui criteri di elencazione degli antibiotici preclusi all'impiego veterinario. La tutela prioritaria della salute umana è una direzione ormai segnata. Per l'uso ospedaliero, fra le circa 17mila confezioni di medicinali ad uso umano in scorta "non mi aspetterei carbapenemi" - ha aggiunto.

Stupefacenti- Durante il primo lockdown le restrizioni alla mobilità hanno costretto alla dematerializzazione anche le prescrizioni degli stupefacenti per le cure nell'uomo. Una svolta digitale che interesserà presto anche la medicina veterinaria e che è già prevista dalla legge di delegazione europea. "Sarà dematerializzata la prescrizione, ma anche l'acquisto" ha spiegato Candela. "Resterà solo il registro ministeriale"

I dati e i controlli- I dati del sistema REV saranno analizzati "per creare degli indicatori, pochi chiari e semplici"- ha detto Candela- con i quali "rivedere la programmazione dei controlli ufficiali". Lo prevede l'articolo 123 del Regolamento 2019/6, che detta in quattro lettere i criteri di controllo sui medici veterinari.