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PROCEDURA TRIS

Carni coltivate, Commissione UE chiede spiegazioni all'Italia

Carni coltivate, Commissione UE chiede spiegazioni all'Italia
L'Italia avrebbe dovuto attendere la fine della "procedura TRIS" prima di vietare la legge sulle carni coltivate. Lollobrigida: "Non ci sarà nessuna procedura di infrazione".

La Commissione Europea ha invitato l'Italia a dare spiegazioni- "anche alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia" -per avere adottato la legge 1 dicembre 2023, n. 172, "prima della fine del periodo di sospensione previsto dalla direttiva (UE) 2015/1535. Nel mirino della Commissione c'è l'entrata in vigore della legge nazionale che vieta gli alimenti e i mangimi derivanti da colture cellulari e di denominare "carne" i prodotti contenenti proteine vegetali.

In poche righe, la Commissione lascia intendere che la promulgazione della legge non ha rispettato le tempistiche previste dalla procedura TRIS (Technical Regulation Information System).
La procedura europea cosiddetta TRIS prevede che uno Stato Membro, prima di adottare una normativa debba attendere che sia decorso un certo lasso di tempo ("periodo di sospensione") dopo la prima notifica alla Commissione Europea. Un lasso di tempo che l'Italia non ha lasciato decorrere e che è invece necessario a consentire alla Commissione di verificare non abbia avere effetti sul mercato interno.

L'Italia aveva ritirato la notifica per legiferare in conto proprio, ma la Commissione attende un riscontro. La prima scadenza per l'Italia è il 4 marzo. La procedura si concluderà il 4 giugno 2024.
A commento della legge italiana, il sito della Commissione pubblica i commenti ricevuti sull'iniziativa legislativa italiana.

La Commissione "chiede solo di essere informata"- Per il Ministro Francesco Lollobrigida, la Commissione europea "ha chiuso la procedura Tris".  La chiusura comporta che sia stata "definitivamente accertata, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto della UE in tema di mercato interno. Diversamente- aggiunge il Ministro-  la Commissione avrebbe proceduto con un parere circostanziato, a prescindere dalle modalità di notifica. Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione, né richiesta all'Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull'applicazione della legge da parte dei giudici nazionali. Come per tutti i provvedimenti che entrano in vigore in Italia, spetta ai giudici nazionali, in sede di applicazione, l'ulteriore vaglio di compatibilità con il diritto unionale".

NOTIFICA_E_PROCEDURA_DIMPATTO_IT.pdf92.01 KB

La procedura sul sito della Commissione Europea