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PROCEDURE DI INFRAZIONE

Specie invasive: Italia inadempiente, primo avviso della UE

Specie invasive: Italia inadempiente, primo avviso della UE
Nel pacchetto delle infrazioni individuate dalla Commissione Europea, l'Italia si segnala per tre provvedimenti di natura ambientale.


Due le lettere di costituzione in mora trasmesse da Bruxelles a Roma: una per mancata protezione degli habitat e degli uccelli, l'altra per non avere protetto l'ambiente dalle specie esotiche invasive. Nel pacchetto c'è anche il deferimento alla Corte di Giustizia per fornitura di acqua potabile non sicura.

Direttiva habitat e Direttiva Uccelli- La Commissione invita l'Italia a conformarsi alla legislazione dell'UE in materia di protezione della natura, in particolare a garantire un'adeguata protezione degli habitat e delle specie ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio (direttiva Habitat) e della direttiva 2009/147/CE (direttiva Uccelli).

Allo stato attuale la rete Natura 2000 dell'Italia non comprende nella misura adeguata tutti i diversi tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione. Le lacune più gravi riguardano le specie marine, come la foca monaca mediterranea, tartaruga marina comune e il tursiope, e gli habitat marini, come le scogliere. Mancano inoltre le designazioni dei siti marini per diverse specie di uccelli marini, come la berta maggiore e la berta minore.

Proteggere l'ambiente dalle specie esotiche invasive- La Commissione invita l'Italia e altri 17 Paesi (Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia) ad attuare varie disposizioni del regolamento 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.

L'Italia e tutti i 18 Stati membri non hanno elaborato, attuato e comunicato alla Commissione un piano d'azione (o una serie di piani d'azione) per affrontare i principali vettori tramite i quali le specie esotiche invasive di rilevanza per l'UE sono accidentalmente introdotte e si diffondono.

Conseguenze- Ai rilievi indicati nelle lettere di costituzione in mora, l'Italia dovrà rispondere entro due mesi e adottare le misure necessarie. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato, secondo step di una procedura di infrazione che può sfociare in sanzioni pecuniarie.

Acqua potabile non sicura- La Commissione deferisce l'Italia alla Corte di giustizia per la fornitura di acqua potabile non sicura. Da molto tempo in alcune zone della provincia di Viterbo, in Lazio, i livelli di arsenico e fluoruro nell'acqua potabile superano i valori parametrici stabiliti dalla direttiva sull'acqua potabile: ciò può danneggiare la salute umana, in particolare quella dei bambini.
Sono 6 le zone in cui i livelli sicuri di arsenico nell'acqua potabile restano al di sopra delle soglie di sicurezza: Bagnoregio, Civitella d'Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Nelle zone di Bagnoregio e Fabrica di Roma sono state inoltre superate le soglie di sicurezza per il fluoruro.
Sebbene la Commissione accolga con favore sia l'adozione da parte dell'Italia di misure che vietano o limitano l'approvvigionamento idrico nelle zone interessate, sia l'invio ai consumatori di informazioni sulla situazione, ad oggi 6 zone di approvvigionamento idrico non sono ancora pienamente conformi alla direttiva.

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