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CONSIGLIO UE

Direttiva 'whistleblowers': a chi potranno segnalare le illegalità

Direttiva 'whistleblowers': a chi potranno segnalare le illegalità
Accordo, oggi a Bruxelles, fra gli Stati membri sulla direttiva che protegge gli informatori, i whistleblowers che segnalano la violazione di norme UE.

Canali sicuri e protetti per gli informatori che denunciano comportamenti illegali, in violazione delle normative europee. Li prevede un'apposita Direttiva Europea sulla quale, oggi, i rappresentanti degli Stati membri presso l'Unione si sono detti favorevoli al compromise agreement fra il Consiglio e il Parlamento europei. All'origine della Direttiva ci sono i noti scandali dei Panama and Paradise Papers e di Cambridge Analytica.

L'eurodeputato francese  Pascal Durand, relatore ombra della direttiva in Commissione Giustizia (JURI), ha deplorato che la protezione non sia stata estesa alle Organizzazioni non governative (Ong). Ieri, in occasione dell'incontro dell'intergruppo europarlamentare animalista di cui è vicepresidente, Pascal Durand ha espresso l'auspicio che gli Stati Membri estendano le protezioni e si spingano oltre i contenuti della direttiva.

L'eurogruppo per la tutela e la conservazione degli animali - che aveva chiesto l'inserimento nella direttiva di un esplicito riferimento alla legislazione sulla protezione animale- ieri ha ascoltato la testimonianza di un whistleblowerMauricio Garcia Pereira,  che lavorava nel macello di Limoges, uno dei più grandi in Francia, "dove assistendo ad attività illegali e non etiche, decise di segnalarli ai media con l'aiuto dell'ONG francese, L214". Per questo, ha raccontato di avere subito ritorsioni economiche e psicologiche.

In Italia- Con la Legge 179/2017, l'Italia è fra i 10 Paesi dell'Unione Europea che hanno in qualche modo disciplinato il whistleblowing. Gli altri Paesi sono: Francia, Ungheria, Irlanda,Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Regno Unito.

Principali elementi del compromise agreement raggiunto oggi a Bruxelles (fonte):

Sistema di segnalazione: gli informatori saranno fortemente incoraggiati a usare prima di tutto i canali interni alla loro organizzazione per poi ricorrere a quelli esterni istituiti dalle autorità pubbliche. In ogni caso, la protezione non sarà allentata qualora gli informatori decidano di rivolgersi direttamente a canali esterni.

Persone protette dalle nuove norme: le persone protette corrispondono a un gran numero di profili, compreso il contesto lavorativo, ad esempio i lavoratori, compresi i dipendenti pubblici a livello nazionale/locale, i volontari ei tirocinanti, i membri senza incarichi esecutivi, gli azionisti, e così via.

Ambito di applicazione: comprende settori come gli appalti pubblici, i servizi finanziari, la prevenzione del riciclaggio, la salute pubblica, ecc. Gli Stati membri possono andare oltre tale elenco nell'attuare le nuove norme.

Misure di sostegno e di protezione degli informatori: le due istituzioni hanno convenuto un elenco di quelle che possono essere considerate forme di ritorsione, compresi anche i tentativi o le minacce di ritorsione. Il testo concordato contiene importanti misure di protezione come l'esonero da ogni responsabilità connessa alla violazione del divieto di divulgare informazioni imposto per contratto o ex lege. La direttiva comprenderà anche un elenco di tutte le misure di sostegno che saranno adottate a favore degli informatori.

Obbligo di dare un riscontro per autorità e imprese: avranno l'obbligo di rispondere e dare seguito alle segnalazioni degli informatori entro 3 mesi (con la possibilità di portare il termine a 6 mesi per i canali esterni in casi debitamente giustificati).

Divulgazioni pubbliche:  un articolo ad hoc stabilisce le condizioni da soddisfare affinché una persona che divulga pubblicamente informazioni sia protetta dalle nuove norme.

Iter- Non appena il Parlamento avrà confermato l'accordo, il testo sarà messo a punto dai giuristi-linguisti, prima dell'adozione formale sia del Parlamento che del Consiglio.
Dopo l'adozione e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, gli Stati membri disporranno di due anni per recepire le nuove norme nei sistemi giuridici nazionali.


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