Una percentuale che sale fino al 77% nel Regno Unito, al 75% in Irlanda e in Portogallo, ma che scende al 41% in Slovenia e addirittura al 39% in Italia.
I dati sono di Eurobarometro, che ha pubblicato i risultati di un survey sull'approccio dei cittadini europei al problema dell'antimicrobico-resistenza. Ribaltando la prospettiva, per quanto riguarda l'Italia, il 49% dei connazionali si è detto "in disaccordo" sul fatto che gli animali d'allevamento ammalati debbano essere curati con antibiotici quando essi rappresentano il trattattamento più appropriato. Un disaccordo che rispetto a due anni fa è anche cresciuto di 6 punti percentuali.
Fra i riscontri messi in evidenza dall'osservatorio europeo, figura anche il dato che solo il è a conoscenza che solo il 38% è al corrente che in tutta la UE l'utilizzo di antibiotici a scopo non terapeutico, come promotori di crescita, è già vietato dal 2006. Su questo, gli italiani si rivelano più preparati (al 52%), due punti appena sotto i Paesi Bassi (54%), ma certamente più di Grecia (25%) e Romania (21%).
L'indagine è stata condotta in tutti i 28 Paesi dell'Unione Europea.
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Antimicrobial Resistance (in the EU)