C'è anche la questione del 'passaporto' per gli animali domestici, nelle infinite pieghe del negoziato tra Ue e Regno Unito per la Brexit. Il presidente di turno della Ue, il premier maltese Joseph Muscat, ne ha parlato durante il 'Dialogo con i cittadini' alla Valletta, riferendo che la Commissione europea era tanto preparata al negoziato, che il capo negoziatore Michel Barnier in un colloquio gli aveva indicato di avere i dati su "250.000 cani e gatti che ogni anno" attraversano la frontiera tra Ue e Gran Bretagna.
Secondo quanto riferito dall'agenzia ANSA, il portavoce della Commissione, Alexander Wittenstein, ha risposto con un pizzico di 'humour' a chi gli chiedeva se la Commissione tenesse in conto anche di questo problema. "Il tema della libera circolazione dei cani e dei gatti è una questione che naturalmente è della massima importanza, non solo per l'Unione europea ma a livello globale..." ha risposto. Che comunque, hanno confermato fonti della Commissione, effettivamente esiste.
Brexit principles- Per il Royal College of Veterinary Surgeon, il mantenimento di "elevati standard di salute e benessere degli animali" è un principio che dovrà "restare" anzi "migliorare". L'Ordine Veterinario del Regno Unito lo colloca fra i tre Brexit Priciples ratificati il 2 marzo scorso con l'intento di "guidare il nostro rapporto con il Governo nel corso dei prossimi negoziati Brexit".
Gli altri due principi sono "il proseguimento delle attività della veterinaria" e che l'RCVS continui ad essere considerata una positiva "forza globale".
Il Royal College pone una questione di possibile contrazione delle attività veterinarie in conseguenza della fuoriuscita dell'Unione. Per tenere i Medici Veterinari al corrente delle ricadute di Brexit sull'esercizio professionale nel Regno Unito, una pagina web è dedicata alle faq sull'argomento.
Guiding principles for a post-Brexit world