La raccomandazione finale degli ispettori europei è di "assicurare che si adottino interventi appropriati, ove necessario, per porre rimedio alle carenze riscontrate nei PIF al fine di assicurare che tutti i PIF operativi continuino ad essere conformi ai requisiti di riconoscimento di cui alla decisione 2001/812/CE della Commissione e alla direttiva 91/496/CEE".
L'obiettivo generale dell'audit era valutare il sistema nazionale posto in atto per assicurare che i posti d'ispezione frontalieri (PIF) approvati fossero costruiti, attrezzati, mantenuti e gestiti in linea con i requisiti per il riconoscimento. In termini di portata, l'audit si è concentrato sulla capacità delle autorità competenti di assicurare che i PIF operativi continuassero ad essere conformi ai requisiti di riconoscimento per le categorie approvate.
Nel complesso il gruppo di audit è giunto alla conclusione che:
-Le strutture dei PIF risultano conformi in diversi punti. Si è riscontrata la disponibilità di ambienti e di aree per le categorie approvate, ma le strutture autorizzate per i prodotti non imballati spesso non sono state costruite rispettando gli standard prescritti e in molti casi i flussi di personale e merci non riducevano al minimo il rischio di contaminazione incrociata. Due PIF erano situati al di fuori delle zone doganali designate.
-È in atto un sistema di audit che include i PIF e rileva le principali carenze d'ordine strutturale e igienico. Tuttavia, sebbene l'autorità competente abbia richiesto interventi correttivi e si siano sviluppati piani d'azione a seguito di ciascun audit, permangono problemi strutturali e igienici in alcune delle strutture a causa di un follow up e di un'attuazione inadeguati.
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