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AL MINISTRO FORNERO LA NOSTRA RIFORMA DEL LAVORO

AL MINISTRO FORNERO LA NOSTRA RIFORMA DEL LAVORO
E' strategico affrontare il tema del lavoro autonomo e non solo quello del lavoro dipendente. Seguendo le sollecitazioni di ANMVI e dell'Area Sanitaria, Confprofessioni ha presentato al Ministro Elsa Fornero un documento di proposta per una riforma del diritto del lavoro adeguata alle libere professioni: ai dipendenti degli studi e ai rapporti di lavoro fra liberi professionisti.
Proprio oggi, Confprofessioni ha reso noto il documento consegnato al Ministro Elsa Fornero un documento di proposta, specifico per il settore degli studi professionali e le forme di collaborazione e di lavoro autonomo.

Personale dipendente


I dipendenti degli studi professionali hanno già a disposizione un Contratto Collettivo di Lavoro che non dovrà essere indebolito, sia sotto il profilo del welfare ad esso collegato, sia sotto il profilo degli ammortizzatori sociali. Il CCNL firmato da Confprofessioni come parte datoriale consente un regolare inquadramento contrattuale di personale laico ( es. segretarie, addetti alle pulizie, ecc.).

Tecnico veterinario

Dal 2011, nel CCNL di Confprofessioni ha trovato una collocazione ad hoc anche il tecnico veterinario. La presenza di ANMVI in Giunta Esecutiva di Confprofessioni e il Coordinamento a cura di ANMVI dell'Area Sanità e Salute di Confprofessioni ( con dentisti, psicologi, medici di famiglia e pediatri) ha portato all'individuazione di un profilo contrattuale per questa nuova figura ausiliaria all'interno delle strutture veterinarie private, con mansioni e una retribuzione definite.

Rapporti tra liberi professionisti

Ma la vera "terra di nessuno" nell'attuale diritto del lavoro è il rapporto di lavoro fra liberi professionisti che dovrà trovare una collocazione a se stante, non sovrapponibile alla subordinazione.
Nel documento al Ministro del Lavoro è scritto che "il ricorso alle collaborazioni non può essere condannato e scoraggiato in senso radicale, così come quando l'attività è esercitata da altro professionista in regime di mono-committenza. Non possono, pertanto, condividersi quegli atteggiamenti estremi nel regolare la materia che sono impostati più sul divieto all'utilizzo di taluni strumenti che sulla ricerca di forme di protezione alternative ed efficaci".

"Questa tipologia di lavoro nel settore delle libere professioni non è utilizzata con finalità di elusione; anzi, molto spesso è un passaggio obbligato per l'esercizio in forma totalmente autonoma della libera professione. Occorre pertanto distinguere la fattispecie delle collaborazioni, anche in monocommittenza, dal lavoro dipendente.
Allo stato, Confprofessioni sta studiando l'ipotesi di un sistema diretto per permettere l'iscrizione alla Cassa di Assistenza Sanitaria integrativa, prevista dal CCNL di settore, anche di collaboratori e lavoratori autonomi che operano con partita IVA in regime di mono-committenza".

Confprofessioni chiede al Governo di collaborare alla " individuazione di alcuni principi guida, debitamente certificati al livello ministeriale, per tracciare le caratteristiche del lavoro autonomo professionale e quelle del lavoro dipendente potrebbe essere una strada percorribile. In questo senso avrebbe una certa utilità anche lo strumento della certificazione dei contratti di lavoro che mira proprio a dare certezza alla qualificazione del rapporto di lavoro".
Potrebbe anche riflettersi su una rivisitazione delle fattispecie di riferimento del diritto del lavoro, che preveda una revisione delle categorie tradizionali, "ma ciò solo a condizione che tale operazione non implichi alcun incremento delle rigidità esistenti in materia di rapporti di lavoro e si concentri, invece, esclusivamente sulla previsione e sullo sviluppo di alcune tutele di base di carattere universale operanti sul mercato del lavoro (incontro domanda-offerta; formazione e formazione continua; tutele antidiscriminatorie; assistenza e previdenza).


pdfProposte per una riforma del mercato del lavoro_ Confprofessioni.pdf39.67 KB