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XIII RAPPORTO

Animali in città, Legambiente: più veterinari e strutture pubbliche

Animali in città, Legambiente: più veterinari e strutture pubbliche
Il 2023 per l’Italia "è stato un anno da bollino rosso" in fatto di gestione degli animali d’affezione. I canili drenano risorse pubbliche quasi quattro volte superiori a quelle destinate ai Parchi. 

Il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi ha partecipato oggi al Festival di Legambiente, organizzato a Rispescia (Grosseto), in occasione del quale è stato presentato il XIII Rapporto Animali in città, il consueto bilancio annuale dell'Associazione ambientalista.  Il report analizza le performance di 771 Amministrazioni comunali (su 7.901 totali) e di 46 Aziende sanitarie (su 110 totali) che hanno risposto al questionario di Legambiente. Nonostante cinque Regioni virtuose  nella gestione degli animali d’affezione (Emilia Romagna, Valle D’Aosta, Provincia di Bolzano,  Marche,  Friuli Venezia Giulia e Toscana (47,2%), il quadro generale è "a tinte fosche", con "difficoltà e ritardi nella gestione degli animali d’affezione".

Le proposte di Legambiente-  Il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti propone  di "mettere in campo politiche unitarie da parte di Governo, Parlamento e Amministrazioni territoriali con una efficace politica di One Health, rafforzando in primis il Sistema sanitario pubblico indispensabile per la One Health e il benessere di tutti, sia investire nelle sinergie tra istituzioni e il miglior civismo". Zampetti sintetizza il pacchetto di sei proposte di Legambiente: 
-la rapida applicazione dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutti gli animali da compagnia
-la sottoscrizione di 1.000 accordi o patti di comunità
-la creazione di nuove strutture veterinarie pubbliche
-l’assunzione di più medici veterinari pubblici
-la realizzazione di più aree verdi per i cani in città
-l’aggiornamento e il coinvolgimento attivo delle guardie ambientali e zoofile volontarie.
“In Italia è possibile e utile passare da un approccio basato sulla gestione di problemi acclarati ad un approccio che li prevenga, – ha dichiarato Antonino Morabito, responsabile nazionale Cites e Benessere animale di Legambiente e curatore del rapporto. Questo approccio, nella relazione uomo-animale-ambiente, risulta ineludibile come indica la nostra amata Costituzione repubblicana".

"Un quadro a tinte fosche"  Nel 2023 stando ai dati forniti dalle Amministrazioni comunali, sale il numero dei cani abbandonati (+ 8,6% rispetto al 2022), "indicatore importante anche della crisi economica che pesa su famiglie e cittadini" secondo Legambiente, preoccupata anche per il  numero di cani randagi, stimato nella Penisola nel 2023 in 358 mila, soprattutto in Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Ancora lenti i Comuni con solo il 34,5% che registra performance sufficienti nelle anagrafi canine contro l’80,4% delle Aziende sanitarie.  Solo il 41% dei Comuni (316 su 771) conosce il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio, pari ad 1.812.008 cani.

Spesa pubblica  superiore a quella per Parchi e Aree protette-  A fronte di una spesa pubblica del settore pari nel 2023 a 248 milioni di euro (+7,4% rispetto al 2022), di cui 190 milioni in capo ai Comuni (3,2 euro/cittadino) e quasi 58 milioni alle Aziende sanitarie (0,98 euro/cittadino). La spesa pubblica è "pesantemente condizionata dai costi per i canili rifugio, indicatore di scarso impegno in politiche di prevenzione". Secondo il Report  equivalgono al 64,1% (+ 6,8% rispetto al 2022) della spesa di settore. "Parliamo di una spesa pubblica per il settore che equivale a circa 3,6 volte la somma impegnata per la gestione di tutti i 24 Parchi nazionali e addirittura oltre 24 volte la somma impegnata per la gestione di tutte le 29 Aree marine protette"- argomenta Legambiente. .

Agevolazioni fiscali- In fatto di possibili agevolazioni fiscali per le adozioni di cani, solo l’8,6% dei comuni le applica; mentre scende appena al 5,7% la percentuale dei comuni che hanno previsto regolamenti con agevolazioni o oneri fiscali per facilitare la sterilizzazione di cani e gatti e per contrastare chi detiene, senza dichiararsi allevatore, riproduttori e cucciolate.

Sterilizzazioni- Nonostante un leggero incremento rispetto al 2022 del +2,2%, nel 2023 solo il 52,2% delle Aziende sanitarie ha effettuato azioni di prevenzione, con la sterilizzazione di 5.041 cani (il 15,8% rispetto ai cani dichiarati entrati nei canili sanitari) e 25.760 gatti (circa il 5,7% di quelli presenti nelle colonie feline, nelle quali oltre 193.000 gatti risultano non sterilizzati).

Controlli- Poco più di 1 Comune su 3 (il 40%) ha effettuato specifici controlli e solo il 52,3% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip. Di questi, ne risultano in totale 695, ossia in media 1,7 per ciascuna delle 403 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati.

Regolamentazione- Nel 2023 solo il 38,9% dei Comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città. Percentuale che scende all’11,8% dei casi per quel che riguarda la disciplina contro la problematica delle esche avvelenate.

I premiati- Modena, Zocca (MO) e Verona i comuni premiati oggi a Festambiente con il Premio Nazionale “Animali in Città 2024”, il riconoscimento che Legambiente assegna a quelle realtà virtuose – tra comuni, istituzioni e società civile – che si distinguono per l’offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione. Tra le Aziende sanitarie, premiate ATS Brescia, ATS della Montagna e AUSL Toscana Sud Est. Tra le istituzioni e la società civile, premiate la Regione Piemonte, l’associazione Save The Dogs and other animals; l’associazione DifesAttiva; e Nicola Campomorto, guardia volontaria dell’ENPA,

Salute e benessere umano, animale e ambientale sono inestricabilmente interconnessi e sempre più i cittadini sono consapevoli che debbono essere affrontati in modo coerente, aderendo pienamente e applicando concretamente l’approccio “One Health” in ogni scelta politica”.

Il nuovo report “Animali in Città”