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PRODUZIONE E OCCUPAZIONE

Assalzoo, la mangimistica italiana torna a crescere

Assalzoo, la mangimistica italiana torna a crescere
La produzione mangimistica torna sopra la soglia delle quindici milioni di tonnellate. Assalzoo chiude il 2023 in positivo. Aumentano anche gli occupati nel settore.

I principali elementi del 2023 vedono la mangimistica italiana "in uno stato di salute positivo". Il bilancio del comparto è stato presentato da Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, in occasione dell’Assemblea annuale tenutasi presso la Cantina Villa Franciacorta di Brescia.

“Si tratta – esordisce Silvio Ferrari, Presidente Assalzoo (foto)– di un anno tutto sommato positivo per il nostro settore. La produzione ha ripreso la spinta verso la crescita. Siamo riusciti a contrarre i costi di produzione, grazie anche alla conclusione della bolla energetica. Questo ci ha permesso di tenere i prezzi sotto controllo e di aiutare la ripresa dell’intera filiera zootecnica che dipende dai mangimi. Sono soddisfatto del fatto che, come settore, continuiamo a investire tanto sui lavoratori - nostra forza principale - con la firma del nuovo contratto di categoria, quanto sul nostro business, continuando a innovare per migliore efficienza e sostenibilità”.

La produzione mangimistica -Nel 2023 è ripresa la spinta produttiva dopo la brusca interruzione nel 2022. A testimoniarlo è il riposizionamento al di sopra della soglia delle 15 milioni di tonnellate di mangimi prodotti. Dagli stabilimenti italiani sono uscite 15 milioni e 357 mila tonnellate di alimenti per animali, con un’espansione del 2,6% rispetto al 2022.

Fatturato vs inflazione- All’aumento di produzione fa riscontro un calo sostanziale del fatturato, che resta tuttavia ben posizionato sopra i 10 miliardi di euro, pur evidenziando una contrazione di circa il 14% sull’anno precedente. Analizzando le singole voci, i mangimi hanno prodotto ricavi per 6 miliardi e 705 milioni di euro, le premiscele per 1,315 miliardi e il pet-food per 2,240 miliardi. Questa discesa del fatturato rappresenta in qualche modo un elemento di stabilizzazione conseguente alla discesa dell’inflazione nel corso dell’anno.

Diminuiti i costi di produzione - Assalzoo evidenzia  una sostanziale diminuzione del costo delle materie prime. Minori costi energetici e minori costi di approvvigionamento di materie prime hanno permesso una riduzione dei costi di produzione e quindi una migliore trasmissione nella catena del valore rispetto a tutto il settore zootecnico.
Il riposizionamento verso il basso delle due voci di costo principali per l’industria dei mangimi ha permesso alle aziende del settore di lavorare con una maggiore tranquillità gestionale che si è poi riversata sull’importante riduzione dei prezzi dei mangimi su tutta la filiera successiva.

La dipendenza dall'estero delle materie prime- Persiste un elemento di debolezza strutturale dell’agroalimentare italiano: la critica dipendenza dall’approvvigionamento di materie prime dell’estero. Questa situazione espone in ogni caso l’alimentare italiano ai rischi della speculazione e delle oscillazioni di mercato.

Fabbisogno interno ed export-  Assalzoo sottolinea che la produzione italiana soddisfa le esigenze del mercato interno. Le importazioni incidono infatti in modo modesto rispetto alla produzione interna e sono compensate dalle esportazioni. I dati del commercio estero evidenziano, infatti, una sostanziale equivalenza dei volumi di mangimi in entrata e in uscita. Tuttavia, a pesare è il maggior valore dei prodotti importati che determina un disavanzo commerciale purtroppo in crescita ulteriore anche nel 2023.

La crescita degli occupati nel settore e il rinnovo del Ccnl-  Nonostante le oscillazioni dei mercati, la mangimistica ha evidenziato nell’ultimo anno un aumento delle unità impiegate dall’industria mangimistica. Un segnale incoraggiante che si lega – nella continua valorizzazione della forza lavoro del settore – al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. È stato infatti firmato un primo accordo di rinnovo contrattuale, poi seguito all’inizio del 2024 dal rinnovo del contratto nazionale di categoria. Ciò ha determinato un aumento dell’impatto derivante dalle dinamiche salariali, che ha permesso ai lavoratori di recuperare i costi dell’inflazione. A questo si aggiunge la ripresa della spinta agli investimenti per un settore "che ha davanti a sé un futuro sfidante in ottica di efficienza, sostenibilità ambientale e circolarità economica"- afferma Assalzoo.