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IL TESTO DEL PARERE

Rabbia, EFSA: rischi per la UE con import a 30 giorni

Rabbia, EFSA: rischi per la UE con import a 30 giorni
Una titolazione anticorpale a 30 giorni, rispetto ai 90 previsti, aumenterebbe la probabilità di introduzione della rabbia nell'UE da Paesi Terzi.


Su richiesta della Commissione Europea, l'EFSA ha valutato i rischi di una ipotetica riduzione dei giorni di attesa prima dell'importazione di cani con titolazione degli anticorpi contro la rabbia. L'ipotesi di riduzione, da 90 a 30 giorni, è in discussione a livello internazionale in vista di una possibile modifica del Capitolo Rabbia del Codice OIE degli Animali Terrestri. La proposta di riduzione nasce proprio da una relazione del Gruppo dell'OIE sulla rabbia e da una proposta dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale.

Secondo l'EFSA, un'attesa di soli  30 giorni dopo un test di titolazione positivo (≥0,5 UI/mL)  esporrebbe l'Unione Europea al rischio di introdurre la rabbia da Paesi Terzi non indenni dalla malattia. Il parere viene argomentato nel repor scientifico Risks related to a possible reduction of the waiting periodfor dogs after rabies antibody titration to 30 days comparedwith 90 days of the current EU legislative regime pubblicato il 2 giugno scorso su EFSA Journal.

La normativa vigente- La vaccinazione contro la rabbia è attualmente richiesta per cani, gatti e furetti prima dell'ingresso nell'Unione Europea. Inoltre, deve essere effettuato un test di titolazione degli anticorpi neutralizzanti il ​​virus (VNT) per i movimenti commerciali e non commerciali di animali provenienti da Paesi Extra UE in cui la rabbia è endemica. Questo test deve essere eseguito da un veterinario autorizzato dall'autorità competente su un campione di sangue prelevato almeno 30 giorni dopo la vaccinazione primaria e il test deve dimostrare anticorpi neutralizzanti in una concentrazione ≥0,5 UI /ml

Import a 90 giorni- La vaccinazione antirabbica è considerata efficace negli animali che sviluppano anticorpi neutralizzanti. Il test sierologico viene eseguito proprio allo scopo di dimostrare l'efficacia vaccinale. Tuttavia, osserva l'EFSA,  la vaccinazione antirabbica non previene l'insorgenza "fulminante" della malattia in quegli animali che la incubavano già al momento della vaccinazione primaria. Ecco perchè, si legge nel parere scientifico, è necessario osservare un periodo di attesa che va dal test di titolazione positivo fino al momento dell''importazione di cani verso l'UE. Questo periodo è attualmente di 90 giorni ed è in linea con le attuali raccomandazioni dell'OIE.

Meglio non correre rischi- Ridurre il periodo di attesa da 90 giorni a 30 giorni aumenterebbe la probabilità che uno o più cani infetti entrino nell'UE. Anche se potrebbe trattarsi di un numero ridotto di casi, l'EFSA suggerisce alla Commissione Europea di non soprassedere. Infatti, in termini di rischio assoluto, non va trascurato il tasso di incidenza della malattia nel Paese di origine e la variabile del numero dei cani in ingresso nell'Unione sia per ragioni commerciali che al seguito dei proprietari a scopo privato.
In sostanza, chiosa l'EFSA, il potenziale impatto anche di un piccolo aumento della probabilità comporta un aumento del rischio per la UE, una regione in cui la rabbia è stata a lungo al centro degli sforzi di eradicazione, per proteggere la salute umana e animale.

Precedenti pareri-  L'EFSA conferma la linea della massima precauzione, sulla scia di precedenti pareri che hanno sempre mantenuto ferma la prassi vaccinale vigente.

Risks related to a possible reduction of the waiting period for dogs after rabies antibody titration to 30 days compared with 90 days of the current EU legislative regime