• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
LETTERA APERTA

SQNBA, più chiarezza fra certificazione ufficiale e volontaria

SQNBA, più chiarezza fra certificazione ufficiale e volontaria
Il Sindacato dei Veterinari di Medicina Pubblica commenta lo schema di decreto interministeriale per l'attuazione del Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA).

"Non siamo contrari ad alcuna certificazione volontaria di sistema nell’ambito delle filiere di produzione degli alimenti di origine animale: a condizione che siano presenti i presupposti di trasparenza ed equità". Il Segretario Nazionale del SIVEMP Aldo Grasselli, commenta con una lettera aperta il Sistema SQNBA, in via di attuazione con un decreto interministeriale Salute-Agricoltura. In assenza di questi presupposti, "si pone a repentaglio la credibilità stessa del primario sistema di controllo ufficiale e correlata certificazione dell’Autorità statale, dei medesimi alimenti, da parte sia dei produttori sia dei consumatori".  Una eventualità "da scongiurare" per Grasselli che vede nel Sistema  e nelle sue ipotesi attuative "diverse criticità proprio in quanto carenti dei suddetti presupposti di equità e soprattutto di trasparenza".

Dopo la presentazione a febbraio del Sistema SQNBA a cura di Accredia e dei Ministeri competenti, uno schema di decreto attuativo è stato proposto alla consultazione degli stakeholder (Veterinari e Operatori della filiera). Il sistema- osserva Grasselli-  è basato sulla presenza di specifici parametri di allevamento, registrazione, tracciabilità, derivanti da un sistema di controllo ulteriore e diverso da quello ufficiale, esperito pure da medici veterinari, strutturati su livelli diversi di responsabilità e competenze (incaricati, aziendali, valutatori), ma sostanzialmente tanto estranei all’Autorità Competente, come del resto un sistema ad adesione volontaria deve prevedere, quanto invece appaiono, leggendo il decreto, caratterizzati da un’assai debole terzietà complessiva.

Si tratta di "una criticità che abbiamo perciò messo in discussione, non potendo essere negata la rilevanza della stessa in un sistema il cui “plusvalore”, tanto del processo quanto e ancor più del prodotto, dovrebbe risultare perlomeno valutabile compiutamente, attraverso la conoscenza di quanto precede da parte di chi, cittadino-consumatore, intendesse avvicinarsi ad un prodotto definito di “superiore qualità”.

Inoltre, "la poca chiarezza e distinzione tra il percorso di certificazione ufficiale e quelli di certificazione volontaria, in termini sia di attori, sia di certificatori, sia di requisiti presupposti nei diversi sistemi, rischia, anziché di raggiungere l’obiettivo di valorizzare produzioni di qualità, al contrario di generare una pericolosa destrutturazione dei sistemi di garanzia in materia di sicurezza alimentare e di qualità degli alimenti".

Le osservazioni del Sindacato sono indirizzate al Ministero della Salute, nell’intento di contribuire ad un esame approfondito "senza pericolose accelerazioni" per cogliere "le opportunità offerte dai regimi di certificazione volontaria; i quali, accanto ai sistemi di certificazione ufficiali, devono perciò risultare parimenti credibili e allo scopo chiaramente distinguibili".

SQNBA e Decreto attuativo in preparazione: poca luce e qualche ombra pesante