• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31303
WATERBORNE ZOONOSIS

Toxoplasmosi, CNSA auspica co-gestione medici e veterinari

Toxoplasmosi, CNSA auspica co-gestione medici e veterinari
Servono ulteriori indagini conoscitive per comprendere l’epidemiologia della parassitosi nelle specie ittiche eduli. Le cheide la Sezione sicurezza alimentare del CNSA.


In base alle conoscenze scientifiche attuali, non è accertato il rischio di infezioni umane attraverso l’ingestione di prodotti ittici “parassitati” crudi o poco cotti. Ciononostante, Il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) ritiene opportuno che siano condotte ulteriori indagini conoscitive per meglio comprendere l’epidemiologia della parassitosi nelle specie ittiche eduli.

Nel parere pubblicato Il Comitato suggerisce di raccogliere più dati sulla contaminazione da Toxoplasma gondii (ph. Apicomplexa) nelle matrici alimentari dell’ecosistema marino e di elaborare un progetto pilota per valutare l’effettiva esposizione alle oocisti di Toxoplasma gondii, mediante campionamenti ambientali.

Il Comitato prende le mosse da studi epidemiologici internazionali in base ai quali la presenza del parassita, in ambienti acquatici marini e fluviali oltre che terresti, sotto forma di oociste liberata nell’ambiente dai gatti e felidi in generale, può determinare il riscontro di Toxoplasma in alcuni mammiferi marini, anche se le modalità di trasmissione attraverso cui questi ultimi vengono infettati, rimangono ancora da definire.

In Italia, il Centro nazionale di referenza per la toxoplasmosi (CETOX), ubicato presso l’IZS Sicilia, ha condotto una ricerca sul pescato locale presente nei mercati ittici; dai risultati dello studio è stata riscontrata la presenza del DNA del protozoo in 32 su 147 pool di campioni di 17 diverse specie di pesci analizzati. Sono in itinere studi morfologici e biomolecolari circa l’eventuale presenza di zoiti in tessuti animali dell’ecosistema marino italiano.

La presenza delle oocisti in organismi marini (pesci, gasteropodi e molluschi eduli), che rientrano nella catena alimentare di ospiti intermedi (mammiferi marini-cetacei-e acquatici, lontre, foche e l’uomo), consente di dimostrare che i prodotti ittici, destinati al consumo alimentare, potrebbero, se contaminati, veicolare in maniera attiva il parassita, senza che nel loro organismo avvenga alcun ciclo evolutivo, confermando la possibilità che la Toxoplasmosi, oltre ad essere una food-borne possa anche essere potenzialmente, una water-borne zoonosis.

Il CNSA ritiene auspicabile anche una co-gestione sanitaria dei casi umani di toxoplasmosi mediante un rafforzamento della collaborazione tra medici chirurghi e medici veterinari, tesa ad una condivisione delle informazioni delle indagini epidemiologiche che rappresentano uno strumento fondamentale per individuare i fattori maggiormente rilevanti per l’instaurarsi dell’infezione nell’uomo.

Auspicata infine anche la definizione di un programma/strategia dei controlli specifici per la toxoplasmosi di origine animale o alimentare a livello nazionale ed europeo.



Parere CNSA
Valutazione dell’esposizione del consumatore al Toxoplasma gondii attraverso i prodotti ittici
pdfPARERE_CNSA_TOXOPLASMA_GONDII_E_PRODOTTI_ITTICI.pdf392.82 KB