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CONSULENTI DEL LAVORO

COVID-19, i Veterinari nel ranking del rischio contagio

COVID-19,  i Veterinari nel ranking del rischio contagio
La Fondazione dei Consulenti del Lavoro ha analizzato l'esposizione al rischio Covid-19. Veterinari ultimi nel gruppo dei più esposti.


Le caratteristiche dell’attività professionale possono condizionare fortemente il livello di rischio-contagio, determinando una maggiore o minore esposizione. Sulla base di questo principio, la Fondazione dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato il ranking del rischio di contagio da malattie infettive respiratorie come Covid-19 nei lavoratori italiani, invitando a non abbassare la guardia.

Rischio estremamente elevato- La base numerica dei lavoratori coinvolti si allarga con l'abbassarsi dell'indice di contagio potenziale. La maggiore esposizione a malattie e infezioni riguarda "un gruppo molto ristretto di professioni" che la Fondazione individua in 2,8 milioni di lavoratori (il 12,2% del totale nazionale). E' il gruppo delle professioni a "rischio estremamente elevato" della salute umana: medici, tecnici della salute, tra  cui infermieri, radiologi, esperti di diagnostica e professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, come massaggiatori sportivi, operatori sociosanitari, assistenti di studi medici.
Il loro indice di rischio (da 1 a 100) è compreso tra 86 e 90 (il più elevato).

Rischio alto ma non elevatissimo- Cè poi un secondo gruppo di 3,7 mln di lavoratori (16,1%) che presentano, un "rischio alto, ma non elevatissimo". All'ultimo posto nel ranking di questo gruppo si trovano i professionisti delle Scienze della Vita (150mila in totale) a cui lo studio ascrive i Medici Veterinari, insieme a Farmacisti e Biologi.
Il loro indice di contagio oscilla tra 73 e 76.

Modulare i fattori di contagio- L’indicatore di rischio contagio (da 1 a 100) è  costruito sulla base di 5 parametri che tengono conto: 1) dell’esposizione dei lavoratori a malattie e infezioni, 2) della frequenza dei contatti, 3)  dell’interazione con altre persone,4) della prossimità fisica ad altre persone e %) infine del luogo di svolgimento del lavoro (chiuso o aperto).
La modulazione e l'incidenza di ciascuno di questi fattori - ove possibile- può arrivare a spostare l'indice di rischio da "molto alto o alto" a "moderato o nullo".

Non abbassare la guardia- “I datori di lavoro non devono abbassare la guardia- dichiara  il presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro, Rosario De Luca-  È fondamentale anche nei mesi a venire assicurare il contenimento del contagio nei luoghi di lavoro attraverso la riorganizzazione degli spazi e l’adozione di misure precauzionali che tutelino la salute dei lavoratori”.

De Luca auspica che vengano "salvaguardati i datori di lavoro virtuosi". Pur avendo attuato tutte le norme necessarie ad impedire il contagio, rischiano il pericolo di contenziosi lunghi e con risvolti penali, "con il pericolo di vedersi riconosciuto il proprio comportamento lecito solo alla fine del procedimento”, conclude il presidente.


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