"Il veterinario che ha constatato il decesso di equidi, sulla base delle proprie conoscenze e dei rilievi anamnestici, potrà richiedere la ricerca di altre sostanze, quali ad es. cianuri". Inoltre, la Direzione Generale della Sanità Animale (DGSAF) è aperta ai contributi - eventualmente inviati dalle autorità competenti e dalle associazioni di categoria- e che potranno essere valutati da esperti della materia.
Lo fa sapere la DGSAF in una nota all'associazione Italian Horse Protection, in seguito all'adozione del Protocollo operativo per la corretta gestione dei casi di mortalità elevata di equidi. La Direzione Ministeriale puntualizza che l'emanazione del Protocollo (Manuale) rientra nelle attività di coordinamento istituzionale volta ad uniformare le attività sul territorio.
"Anche nel caso specifico, tenuto conto della peculiarità del settore equino, si è ritenuto importante fornire una linea guida per uniformare gli interventi e i comportamenti da parte delle autorità sanitarie locali e dai laboratori diagnostici degli Istituti Zooprofilattici competenti per territorio nei casi di mortalità acute e massive di cavalli"- spiega la nota, che sottolinea il ruolo "fondamentale" dei Centri di referenza: il Centro di referenza nazionale di medicina forense per la veterinaria, soprattutto nei casi di sospetto di avvelenamento e (OM) e il Centro di referenza nazionale per le malattie degli equini nei casi riferibili a patologie infettive dei cavalli.
Quanto sopra evidenziato "non pregiudica il fatto che autorità competenti e Associazioni di categoria possano trasmettere i propri contributi a questa Direzione generale per essere valutati da esperti della materia"- conclude la nota.
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