Lo chiarisce la Direzione Generale della Sanità Animale in una circolare inviata alle Regioni e alle associazioni degli apicoltori.
Un apiario non ancora popolato si considera "attivato" con la prima movimentazione in entrata di api, mentre la sua “disattivazione” ha luogo con l’ultima movimentazione in uscita, che svuota l’apiario. Attivazione e disattivazione di un apiario rappresentano informazioni che devono risultare in anagrafe, contrariamente agli spostamenti "da e verso apiari della medesima proprietà, all’interno della stessa provincia e che non determinano l’attivazione o la disattivazione di un apiario".
Verifiche sulle attività- Gli apiari che, trascorsi più di dodici mesi dal loro inserimento in BDA, non risultano attivati sono sottoposti a verifiche da parte dei servizi veterinari per accertare il motivo di tale situazione. Il servizio veterinario competente per territorio sottopone a verifiche regolari anche gli apiari che:
-non hanno censimento aggiornato
-da più di dodici mesi non registrano movimentazioni
-da più di dodici mesi sono a zero alveari;
-sono classificati in BDA come nomadi e che non presentano disattivazione, trascorsi più di dodici mesi dalla movimentazione per “nomadismo”.
Se a seguito di verifica viene confermata per tali apiari l’assenza di alveari, la nota ministeriale dispone azioni correttive tra cui la registrazione in BDA di chiusura dell’attività.
Movimentazioni per “impollinazione”- La Direzione Generale conclude rendendo noto che non risultano registrate in BDN movimentazioni per impollinazione. Data la rilevanza sanitaria di questa informazione in BDN sarà implementata una apposita funzionalità, per registrare se a seguito di movimentazione per impollinazione vi è perdita o recupero del materiale biologico movimentato.
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