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AUDIZIONE IN SENATO

Ddl Lorenzin, FOFI rilancia la "farmacia dei servizi"

Ddl Lorenzin, FOFI rilancia la "farmacia dei servizi"
E' una delle richieste avanzata dalla Federazione degli ordini dei farmacisti, guidata dal segretario Maurizio Pace.

Ieri, in audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, la FOFI  ha rappresentato alcuni rilievi al testo del Ddl Lorenzin, fra i quali la mancata modifica dell'articolo 102 del Testo Unico del Leggi sanitarie.

I Farmacisti chiedono di consentire la presenza in farmacia di altri professionisti sanitari, con l'esclusione di medici e veterinari, come peraltro già previsto dalla Legge sulla Farmacia dei servizi del 2009, così come la possibilità per il farmacista di esercitare anche altre professioni sanitarie, previa abilitazione, sempre con l'ovvia esclusione di quelle abilitate alla prescrizione di medicinali.

«È un aspetto fondamentale per noi quanto per la collettività» spiega il segretario della Fofi. «Innanzitutto perché la farmacia dei servizi è un presidio fondamentale per la riorganizzazione dell'assistenza sul territorio in tutto il Paese, e poi perché consentire al farmacista abilitato di svolgere altre prestazioni sanitarie è fondamentale per i molti centri in cui la farmacia è l'unico presidio sanitario esistente.

L'alternativa è che, come già detto, il paziente non possa farsi praticare un'iniezione intramuscolare in farmacia ma possa continuare a farsela praticare dal vicino di casa. Non è concepibile che quanto disposto da una legge del 2009 continui a essere negato da una norma del 1934, oltretutto in presenza di sentenze del Consiglio di Stato favorevoli alla nuova disciplina».

In conclusione la Fofi ha confermato il suo giudizio: il testo attuale del DdL è irricevibile. «Non è quella riforma, doverosa dopo settant'anni - ha concluso Pace - che abbiamo sempre auspicato, ma una serie di interventi slegati sulla vecchia normativa, che mortifica la funzione degli Ordini delle professioni sanitarie quali organi ausiliari dello Stato a tutela della qualità delle prestazioni, capaci di promuovere l'evoluzione professionale e, di conseguenza, di tutelare nel senso più ampio il cittadino che si rivolge ai professionisti della salute». (fonte)