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ASILO POLITICO

Medici e Veterinari in crociera: non è turismo, ma fuga dalla Siria

Medici e Veterinari in crociera: non è turismo, ma fuga dalla Siria
"Siamo medici e veterinari, e nel nostro paese ci era impossibile continuare a vivere, studiare. Il regime ci avrebbe costretto alla prigione, siamo scappati".

Profughi anomali: viaggiano in prima classe su una MSC crociere, sono colti e ben vestiti. Sono 11 uomini e una donna, vestiti impeccabili, le valigie piene di libri. Sbarcano a Bari, ma non è l'Italia la loro meta.

Un gruppo di medici e veterinari siriani, perseguitati politici nel loro Paese, hanno intrapreso da Aleppo il loro viaggio verso l'Europa del Nord, nel tentativo di raggiungere i loro parenti in Svezia, Finlandia e Danimarca. Sognavano un futuro lontano dalle bombe ed arrivati ad Istanbul, dopo un viaggio costato migliaia di dollari, una nave da crociera italiana, che avrebbe proseguito per la costa balcanica fino a Venezia, è sembrata loro una soluzione di salvezza.
Un poliziotto che li ha visti scendere dalla nave ha commentato: "È la prima volta che accade una cosa del genere e al di là dell'aspetto letterario della storia, che riconosco, può rappresentare un precedente importante nelle rotte dell'immigrazione". I siriani sono stati accompagnati al Cara di Bari, il Centro presso il quale vengono inviati e ospitati gli stranieri richiedente asilo, che secondo la cronaca di Repubblica Bari avrebbero lasciato qualche ora dopo.

"La loro idea - raccontano gli investigatori - era quella di sbarcare come turisti a Venezia e di proseguire verso la loro reale destinazione, l'Europa del Nord, e lì chiedere asilo. Seppur abbiano tutti i requisiti per ottenere documenti da perseguitati politici, preferiscono non averli in Italia perché poi gli spostamenti all'estero diventano più complicati ". Preparano le valigie e dunque chiedono di scendere a Venezia, comunicando al capitano l'intenzione di interrompere la loro crociera. Qui arriva però il primo problema. La dogana italiana si accorge che i 12 signori siriani non hanno affatto i documenti in regola per scendere in Italia. Non possono. Il loro passaporto non ha i requisiti. Forse non li aveva nemmeno per salire in Turchia, ma questa è un'altra storia. Comunque vengono respinti alla frontiera, identificati come clandestini, ma comunque procedono alla volta di Bari per completare la crociera. E qui c'è il cambio di programma: mentre sono in viaggio comunicano al comandante di voler chiedere l'asilo politico in Italia".

Agli agenti della frontiera, increduli davanti alle "loro facce, l'inglese e il francese impeccabile, le camicie stirate"- hanno spiegato: "Siamo medici e veterinari, e nel nostro paese ci era impossibile continuare a vivere, studiare. Il regime ci avrebbe costretto alla prigione, siamo scappati". La fuga, dunque. Sono partiti da Aleppo, hanno pagato qualche migliaia di dollari e sono passati dal confine turco. Hanno camminato a piedi e a bordo di autobus scalcagnati fino ad arrivare a Istanbul. "A quel punto - raccontano - c'erano due possibilità: o continuare a pagare questi delinquenti e salire con non meno di duemila dollari chissà su quale carretta per arrivare chissà dove. Ci siamo informati e, praticamente, una cabina della nave da crociera veniva a costare meno rispetto alla carretta... Abbiamo pensato di prendere cabine di prima classe, un po' per gioco, un po' per dare meno nell'occhio. E siamo partiti". (fonte)