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IN SENATO

Sperimentazione, Fadda: testo equilibrato, ma migliorabile

Sperimentazione, Fadda: testo equilibrato, ma migliorabile
A nome del Governo, il Sottosegretario Fadda ha chiarito quali modifiche possono essere apportate al decreto di recepimento.

lntervenuto ieri in Commissione Sanità al Senato, il Sottosegretario Paolo Fadda ha dato atto della qualità istruttoria dei lavori, anche sulla base del convegno del 14 gennaio scorso. Nella predisposizione dello schema di decreto- ha dichiarato-  il Governo "ha tentato di coniugare la necessità di trasporre in maniera fedele la direttiva europea con l'esigenza di attuare anche i princìpi e criteri direttivi dettati dalla legge delega"
Il Sottosegretario ha anche aggiunto che "l'Esecutivo è incline a valutare in spirito collaborativo ogni indicazione volta a migliorare la formulazione del testo, a partire dall'invito a rendere più incisiva la disposizione concernente lo sviluppo dei metodi alternativi".

La Presidente della Commissione Sen Emilia Grazia de Biasi,  ha osservato che "pur nel necessario rispetto per il valore rappresentato dal benessere degli animali, debba essere tenuto a mente che è fondamentale per la Repubblica la promozione della ricerca scientifica, che allo stato delle conoscenze non può fare a meno di ricorrere anche alla sperimentazione animale, fermo restando che lo sviluppo degli approcci alternativi rappresenta un obiettivo da perseguire". Nel suo schema di parere- approvato questa mattina-  si sottolinea l'esigenza di "non introdurre normative più restrittive di quella recata dalla direttiva oggetto di recepimento, se non nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 2 della direttiva stessa, di predisporre un apparato sanzionatorio adeguato a tutela dei beni giuridici sottesi alla normativa europea, di rafforzare la disposizione concernente lo sviluppo degli approcci alternativi alla sperimentazione animale".

La Senatrice de Biasi ha predisposto uno schema di parere favorele con le seguenti osservazioni:

a) valuti il Governo se i divieti previsti dallo schema, in tema di xenotrapianti e sostanze di abuso (sebbene operativi solo a partire dal 1° gennaio 2017), nonché in tema di allevamento di animali da compagnia, nonché in tema di riutilizzo di animali, siano conformi all'articolo 2 della direttiva e, quindi, agli articoli 76 e 117, comma primo della Costituzione, dal momento che essi sembrano costituire normative più restrittive rispetto alla direttiva, introdotte successivamente alla data del 9 novembre 2010;
b) valuti il Governo l'adeguatezza del trattamento sanzionatorio delineato dall'articolo 40 dello schema;
c) valuti il Governo l'opportunità di riformulare gli articoli 37, comma 1 e 41, comma 2 dello schema, al fine di rendere più precisa e cogente la disciplina diretta alla promozione e allo sviluppo degli approcci alternativi, e di rideterminare in aumento il relativo finanziamento.

Il ritardo sul recepimento della Direttiva 2010/63 si prolunga, aumentando ogni giorno di più la sanzione che la Commissione Europea ha già preannunciato e che potrebbe costare ai cittadini italiani 150 mila euro per ogni giorno di ritardo. La scadenza per l'Italia era il 10 novembre 2010. In proposito, il sottosegretario Fadda, intervenuto ieri anche in Commissione Affari Sociali, ha tuttavia fatto presente che la procedura di infrazione "è nella prima fase, pertanto l'Italia può evitare l'irrogazione di sanzioni nei suoi confronti addivenendo alla definitiva adozione dello schema di decreto legislativo".

Fadda ha poi ribadito che "il Governo è disponibile ad apportare eventuali modifiche ritenute migliorative del testo, che potranno emergere dal parere, favorevole con osservazioni, che la Conferenza Stato-regioni ha adottato nella seduta del 16 gennaio scorso e che deve essere trasmesso formalmente, e, ovviamente dal parere che le competenti Commissioni parlamentari adotteranno al riguardo". In particolare, ha chiarito, "il Governo è disponibile a rivedere la redistribuzione delle risorse da destinare alla implementazione dei metodi alternativi e alla formazione specialistica". La ratio sottesa alla norma che rinvia al 1 gennaio 2017 l'entrata in vigore di determinati divieti, "da interpretare come una ulteriore occasione che a livello istituzionale si vuole sostenere per i prossimi anni affinché siano sviluppati metodi di ricerca alternativi rispetto alla sperimentazione animale"- ha aggiunto. Il dibattito che si è sviluppato - ha concluso- "offre indubbiamente al Governo un ulteriore contributo per valutare eventuali modifiche correttive del testo".

Intanto, sul decreto è arrivato l'atteso parere della Conferenza delle Regioni, il cui ritardo stava tenendo bloccato l'iter parlamentare. Il documento era stato consegnato al Governo in sedi di Conferenza Stato-Regioni il 16 gennaio ed era atteso dal Parlamento.  E sempre oggi la Commissione Europea ha ufficializzato la richiesta di sanzione penale per l'Italia.