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SARDEGNA

Traffico di farmaci veterinari: 39 indagati

Traffico di farmaci veterinari: 39 indagati
La Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari chiude l'indagine nell'isola. Coinvolti anche  tre veterinari sardi liberi professionisti.

Veterinari, farmacisti, allevatori, informatori medici, amministratori di società, rappresentanti di aziende produttrici di farmaci per animali.
Una rete organizzata in tutta la Sardegna con trentanove indagati in una cornice di associazione per delinquere. Vendita, prescrizione, acquisto e successiva somministrazione di medicine agli animali: operazioni fasulle realizzate con ricette contraffatte, medicinali scaduti e abuso della professione. Un'impalcatura di illeciti sostenuta dal commercio clandestino di farmaci veterinari resi disponibili a prezzi scontati.

Secondo la Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Cagliari, che ha notificato loro la conclusione delle indagini, i trentanove indagati si sarebbero resi responsabili di un numero indeterminato di reati a danno della salute pubblica e contro la fede pubblica con ruoli e mansioni distribuite tra i diversi protagonisti.

Le indagini coordinate dal Nas hanno chiuso il cerchio di un'attività concentrata tra il 2005 (quando è stata scoperta casualmente nell'ambito di un'altra inchiesta per traffico d'armi) e il 2008, quando il sipario è stato calato dagli inquirenti. Il bilancio fu allora di otto misure cautelari. La maggiore responsabilità organizzativa è stata attribuita a un agente commerciale di farmaci e alla titolare di un deposito di farmaci veterinari. Secondo l'accusa, l'agente organizzava il lavoro, dava consigli e prescrizioni di tipo sanitario, risolveva questioni relative alle scritturazioni sui registri degli allevamenti, si occupava di ricette false. La titolare del deposito di farmaci veterinari avrebbe reperito farmaci anche in accordo con l'agente di una casa farmaceutica emiliana e disposto la compilazione di ricette false e degli adempimenti sui registri degli allevatori attraverso i veterinari associati nell'operazione, che lei retribuiva per questo impegno. A lei, sempre secondo il magistrato, faceva capo anche la regolarizzazione documentale in occasione dei controlli sanitari e trattava i prezzi con gli allevatori, tenendo i contatti con i distributori dei medicinali.

Il resto si sarebbe consumato tra controlli fasulli, accertamenti non veritieri, ricette con date fittizie, medicinali scaduti, somministrazioni di specie, quantità e qualità di medicinali non necessarie e comunque non corrispondenti a ordinazioni mediche rituali. Prezzi bassi e lauti guadagni. (fonte: lanuovasardegna.it)