E soprattutto "evitare un'inutile caccia agli untori tributari". L'Onorevole Gianni Mancuso ha depositato ieri, insieme all'On Rodolfo Viola, una interrogazione al Ministero dell'Economia e delle Finanze e al Ministro dello Sviluppo Economico che ha la delega alle comunicazioni.
Relativamente alla lettera che le strutture veterinarie autorizzate in Italia tanno ricevendo dalla Direzione Amministrazione Abbonamenti RAI, gli interroganti chiedono al Governo " di escludere le strutture veterinarie dalle imprese e società obbligate al pagamento del canone, di riconoscerne l'esenzione, in quanto strutture sanitarie e, anzi, di riconsiderare l'equiparazione degli apparecchi televisivi al personal computer."
I legali dell'ANMVI, dopo le iniziative annunciate ieri, stanno raccogliendo lettere a cura della Direzione RAI contenente numerose irregolarità formali, trasmesse dai medici veterinari all'Associazione: recapiti sbagliati, duplicazione d'imposta per sovrapposizione delle utenze familiari e domiciliari, abitazioni equiparate a sede societaria e d'impresa. Con l'ausilio dei consulenti fiscali potranno esser valutati casi individuali sulla base di simili circostanze. In via generale, fermo restando l'obbligo fiscale al versamento, il consulente fiscale dell'ANMVI Giovanni Stassi ricorda che "si può sempre pagare e poi istanza di rimborso per "pagamento non dovuto", ma dal momento che l'Agenzia delle Entrate certamente non risponderà alla domanda di rimborso si può ricorrere contro il silenzio/rifiuto da parte dell'Amministrazione finanziaria".
CON L'IVA IL CANONE RAI ENTRERA' NELLA STORIA DELLA VETERINARIA, condividi il tuo no su Facebook
IL TESTO DELLA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE.pdf399.87 KBLETTERA DELLA RAI ALLE STRUTTURE VETERINARIE.PDF56.18 KB