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Randagismo: ANMVI chiede una commissione d'inchiesta

Randagismo: ANMVI chiede una commissione d'inchiesta
In seguito al ripetersi di drammatici episodi di aggressione- anche mortali- da parte di cani randagi e di cani sfuggiti al controllo del proprietario, l'ANMVI chiede ai Presidenti della Camera e del Senato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta.

"E' urgente- dichiara in un comunicato stampa Marco Melosi, Presidente dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- applicare l'articolo 82 della Costituzione per accertare le responsabilità istituzionali e amministrative di un fenomeno, che costa ingenti risorse pubbliche ed è degenerato in grave rischio per la tutela dell'incolumità pubblica, per la sanità pubblica e per il patrimonio zootecnico".

In questo contesto di responsabilità, la Commissione d'inchiesta dovrebbe anche evidenziare che i piani di intervento sanitario prospettati, in sedi pubbliche e istituzionali, dalle strutture veterinarie private sono stati sistematicamente ignorati.

"Non è mai stato varato un piano nazionale urgente di contenimento del randagismocome quello da noi proposto- dichiara il Presidente dell'ANMVI- che facesse leva sulla sterilizzazione, anche degli animali di proprietà, e sull'incentivazione delle adozioni. Si è preferito perpetuare la moltiplicazione dei randagi e il perverso meccanismo di finanziamento che lo sorregge".

Il nostro Paese non è in regola nemmeno con l'Europa: "La Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia – conclude Melosi- contiene norme precise per la riduzione dei randagi e la responsabilizzazione dei proprietari".

L'ANMVI conclude sottolineando anche la condizione di vacatio legis del nostro Paese, che non dispone più di norme specifiche per la tutela dell'incolumità pubblica e di prevenzione delle aggressioni canine.

Nella corso della presente e della trascorsa legislatura sono state avanzate proposte di attivazione di una Commissione d'inchiesta senza esito. La Costituzione italiana prevede che "Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse". La commissione di inchiesta "procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'Autorità giudiziaria" (articolo 82).