Alloggio e opportunità di esercizio professionale in Italia per i primi arrivi dall'Ucraina. Sono tutte donne: Veterinarie ucraine che hanno trovato rifugio nel nostro Paese anche per i loro figli e familiari. Impossibile stimare quanti professionisti sceglieranno l'Italia. Molti scelgono di restare per dare assistenza agli animali. ANMVI invita a continuare con le donazioni.
COMUNICATO ANMVI
DECRETO LEGGE 21/2022
E' in vigore la deroga alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie. La prevede il decreto urgente del Governo per contrastare gli effetti umanitari della crisi ucraina. La deroga durerà un anno e consente facilitazioni ai cittadini ucraini che intendono esercitare temporaneamente in Italia la professione sanitaria. Passaporto EQPR e comunicazione dei nominativi all'Ordine professionale.
LA BOZZA DI PALAZZO CHIGI
Con la fine dello stato di emergenza per COVID-19 non viene meno l'obbligo di vaccinazione per i Medici Veterinari. Fino al 31 dicembre 2022 l'obbligo vaccinale continuerà ad essere un requisito essenziale per l'esercizio professionale e, fino al 30 giugno 2023, per la prima iscrizione all'Ordine. Con una novità: la guarigione da Covid interrompe la sospensione.
PROCEDURE SEMPLIFICATE
Crescono le preoccupazioni per il rischio di importazione nell'Unione Europea del virus della rabbia, la cui circolazione, in Ucraina, è "diffusa". Lo riporta il Centro Nazionale di Referenza della Rabbia (CNR) nel parere consegnato al Ministero della Salute. La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (Dgsaf) invita i Servizi Veterinari a coinvolgere i liberi professionisti. Quarantena dei pets presso il domicilio del proprietario. Non consentito l'ingresso di randagi dall'Ucraina. LA CIRCOLARE.
GUERRA IN UCRAINA
“C’è il fondato timore che presunti cani e gatti “da salvare” dalla guerra siano in realtà oggetto di truffe o di movimentazioni irregolari". Lo dichiarano ANMVI ed ENPA in un comunicato congiunto. All’odioso crimine del traffico di animali si aggiunge il gravissimo rischio di importare il virus della rabbia in Italia. Vvaccinare tempestivamente i pets al seguito dei rifugiati. Evitare, oggi più che mai, l’acquisto di cani e gatti dall’estero e affidarsi solo alle associazioni animaliste riconosciute.
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