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STUDIO CENSIS

Scenari e prospettive della filiera della carne

Scenari e prospettive della filiera della carne
I consumatori italiani chiedono indicazioni chiare in etichetta sulla carne: provenienza, benessere animale e caratteristiche nutrizionali. Sì alla sostenibilità se fa risparmiare.

La carne resta un fondamentale della buona dieta italiana. Bianca o rossa, in quantità appropriate, la maggioranza degli italiani la considera parte integrante della propria alimentazione.
Lo conferma lo studio realizzato dal Censis per Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova) e Assica (Associazione industriali carni e salumi). Lo studio, dal titolo "Per il buon uso del recovery fund nel rilancio delle filiere della carne'', è stato presentato nei giorni scorsi.

Lo Studio ha analizzato, per titolo di studio, gli italiani convinti che è importante conoscere la provenienza della carne che si consuma e il benessere animale. In fatto di carni, è importante poter conoscere da dove proviene, cosa mangiano e come sono trattati gli animali soprattutto fra coloro che hanno la licenza media, mentre l'importanza decresce all'aumentare del grado di studio, sia pure di poco.
Oltre alla provenienza e al benessere animale per i prodotti della carne, c’è anche la richiesta (90%) di una etichettatura più precisa e funzionale alle esigenze nutrizionali.
Gli italiani sono inoltre consapevoli che la filiera della carne si è evoluta e modernizzata: nessuno è convinto di mangiare carne con le stesse caratteristiche di quella di 30 anni fa.

Le alternative alla carne (veggie, a base di insetti o sintetica prodotta in laboratorio) non sono gradite allo stesso modo e soprattutto non vanno confuse con la carne da agricoltura e allevamento. Attenti all’impatto degli alimenti sulla propria salute, sul cibo gli italiani vogliono un'informazione attendibile e scientificamente fondata insieme alla piena tracciabilità dei prodotti.
Per il 79,9% degli italiani la carne fatta con prodotti vegetali non può essere considerata carne: per questo vogliono che siano proposti chiaramente come prodotti distinti e diversi da quelli della carne. Lo sforzo promozionale per la carne prodotta in laboratorio non conquista quindi gli italiani: l'85,6% dichiara di non volere cibi fatti in laboratorio, ma da agricoltura e allevamenti tradizionali. Altra alternativa che non convince sono gli insetti, con l'83,9% che non è disposto a mangiarli.
Ed infine gli italiani non vogliono ambiguità lessicali e informative: per il 93,4% occorre sempre distinguere in modo inequivocabile nelle etichette i prodotti di carne da animali allevati in modo tradizionale e quelli di carne sintetica creata in laboratorio.

La giusta quantità
- Inoltre, le reiterate campagne denigratorie sulla carne non scalfiscono gli italiani: l'82,5% dichiara esplicitamente che la giusta quantità di carne bianca e rossa è componente fondamentale di una buona dieta e perché parte della dieta mediterranea. E il 64,9% non si fa condizionare da eventuali informazioni negative o fake news sul tema.
Oggi il 96,5% dei cittadini dichiara di mangiare carne, di cui il 45,9% regolarmente ed il 50,6% di tanto in tanto. A sorpresa, a mangiare con regolarità carne sono soprattutto i giovani (62,8%) con quota più alta di quella di anziani (30%) e adulti tra i 35 e il 64 anni (47,7%).

Potere d'acquisto e sostenibilità- Il 78% degli italiani teme per il prossimo futuro di perdere potere d’acquisto nel consumo. Il 94,5% ritiene sia il tempo di dare molta più attenzione alla sostenibilità sociale ampiamente intesa, come benessere delle persone e condizioni dei lavoratori. Diffuso il pragmatismo tra i giovani: ben il 75,3% ritiene prioritaria la tutela del benessere economico e sociale rispetto alla sostenibilità ambientale. 

pdfSINTESI_DEL_RAPPORTO_CENSIS_ASSICA_UNAITALIA.pdf503.15 KB