Il Decreto del Ministero dell'Ambiente 5 ottobre 2010 "Integrazione al decreto 8 gennaio 2002, recante l'istituzione del Registro di detenzione degli esemplari di specie animali e vegetali" è stato integrato con l'inserimento di altre sei specie nell'Allegato I. Lo rendono noto con un comunicato congiunto l'Associazione Italiana Pesci ed Acquari, Aisad-Confesercenti e la Federazione degli Ornicoltori Italiani.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 11 marzo e salutato favorevolmente dagli addetti ai lavori per le semplificazioni introdotte, l'Allegato I del "Decreto Cites" si allunga ulteriormente, con il benestare della Commissione scientifica, per un totale di 23 specie esentate dal Registro d'allevamento. "Come si può vedere - fa notare il comunicato- è stata introdotta la correzione relativa al Roseicollis, che non è più da tempo specie in CITES".
I Presidenti delle tre sigle ricordano che l'obiettivo del decreto 5 ottobre 2010, è escludere dall'obbligo del Registro di detenzione alcune specie, che si trovano in particolari condizioni ("facilmente e comunemente allevate in cattività, il cui prelievo in natura risulta, in base ai dati disponibili, non significativo") e con 2 vincoli: siano "denunciati", cioè ne sia stata denunciata la nascita, e "marcati", cioè anellati secondo norma.
"Questi cambiamenti - è scritto nel comunicato inviato ad @nmvi Oggi- producono importanti risultati positivi per allevatori, commercianti, organi di indirizzo, organi di controllo. In particolare, la semplificazione degli obblighi burocratici si rifletterà rapidamente in una efficace salvaguardia delle 23 specie a rischio contenute nell'allegato I: meno burocrazia significa più entusiasmo nell'allevamento sportivo, maggior numero di nascite di soggetti domestici, maggiore offerta sul mercato, riduzione del costo agli appassionati. Sul piano della lotta al bracconaggio, ciò significa che i lestofanti avranno scarso o nullo interesse a prelevare in natura soggetti facilmente reperibili sul mercato "onesto" a prezzi molto bassi e dunque non remunerativi".
Queste due azioni in successione, decreto quadro del 5 ottobre 2010 e integrazione del relativo allegato 1, "sono anche nei fatti un primo colpo alla malavita ambientale, nel settore degli uccelli".
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IL TESTO DEL COMUNICATO CONGIUNTO.pdf |