TAGLI ALLE APA, REGIONI: A RISCHIO LIBRI E CONTROLLI
Le Regioni e le Province autonome reiterano al Governo le richieste già avanzate per assicurare continuità nell'esercizio delle funzioni relative alla tenuta dei libri genealogici e ai controlli funzionali del bestiame, sottolineando la drammatica situazione in cui versa il sistema a seguito dei pesanti tagli operati dal D.L. 78/2010. Le Regioni e le Province autonome reiterano al Governo le richieste già avanzate per assicurare continuità nell'esercizio delle funzioni relative alla tenuta dei libri genealogici e ai controlli funzionali del bestiame, sottolineando la drammatica situazione in cui versa il sistema a seguito dei pesanti tagli operati dal D.L. 78/2010.
"Se non si reperiscono tempestivamente le risorse necessarie - si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - l'intero sistema rischia di essere smantellato con pesanti ricadute innanzitutto di natura occupazionale: rischiano infatti di perdere il lavoro gli oltre 4000 addetti del settore, oltre che di essere definitivamente messo a rischio il tema della sicurezza alimentare e quello della tracciabilità delle produzioni zootecniche, con pesanti oneri anche in termini di perdita di competitività del nostro Paese".
"E' istituzionalmente scorretto - dicono- scaricare la responsabilità sulle Regioni, giacché era e rimane impraticabile la strada di salvaguardare il finanziamento delle APA in sede di ripartizione dei tagli operati dal decreto legge 78/2010, in quanto il funzionamento del sistema sarebbe stato comunque pregiudicato dalla eccessiva riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni. Le Regioni hanno sempre affermato l'insostenibilità dei tagli evidenziando al Governo di aver trascurato o sottovalutato i reali e concreti effetti settoriali scaturenti dalla manovra finanziaria.
Le Regioni e le Province autonome ritengono ancora oggi valide ed attuali le finalità della legge 30 del 1991 che ha istituito il sistema dei libri genealogici e dei controlli funzionali del bestiame e, pertanto, ritengono che il sistema Paese debba mettere in campo tutte le possibili iniziative atte ad assicurare la sopravvivenza dello specifico ambito. Le Regioni, anche a seguito dei sacrifici imposti dal decreto legge 78/2010, non sono messe nelle condizioni di raggiungere il risultato, non ricevendo per il futuro alcun trasferimento dallo Stato per l'esercizio delle funzioni che lo stesso Stato ha loro assegnato.