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CONDANNA SE MANCA L'ONERE DELLA PROVA

CONDANNA SE MANCA L'ONERE DELLA PROVA
I legali dell'ANMVI hanno acquisito la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato al risarcimento per colpa professionale due medici veterinari. Oltre alla perizia del CTU, a determinare la responsabilità ha giocato un ruolo chiave il non aver fornito la prova di avere adempiuto alla propria obbligazione. L'Ufficio legale dell'ANMVI ha acquisito la sentenza del 20 luglio 2010 con la quale il tribunale di Milano non ha riconosciuto il danno morale per la morte del cane ad una proprietaria, ma ha condannato due medici veterinari per responsabilità professionale. La sentenza pubblicata su Professione Veterinaria 42/2010 dettaglia le dinamiche che hanno portato il giudice a dichiarare la responsabilità professionale.

Da un lato sulla proprietaria incombeva l'onere di fornire la prova di danno patrimoniale e di accusare "provare il contratto e ad allegare la difformità della prestazione ricevuta rispetto al modello normalmente realizzato da una condotta improntata alla dovuta diligenza"; ai medici veterinari incolpati spettava il compito di difendersi (onere della prova): "sui medici veterinari, accusati di presunta colpa, incombeva l'onere di provare che l'inesattezza della prestazione dipende da causa ad essi non imputabile".

Dalla sentenza si evince come entrambe le parti siano state in difetto. "La proprietaria non ha fornito la prova del danno patrimoniale richiesto. "In ordine al compenso al dottor *** la proprietaria produceva con l'atto di citazione la parcella, tuttavia la proprietaria non ha mai chiesto la risoluzione del contratto e la consequenziale ripetizione di detta somma".

Ma soprattutto, per quanto riguarda i medici veterinari condannati si legge: "Nel caso di specie i convenuti non hanno assolto l'onere della prova, nei termini più rigorosi individuati dalla Cassazione. Gli stessi, infatti, non hanno fornito la prova di aver regolarmente adempiuto alla propria obbligazione e che il decesso del cane è da attribuire ad altre cause".

Dunque, è stata la conclusione del giudice, "alla luce delle considerazioni sopra esposte, deve dichiararsi la responsabilità di entrambi i medici veterinari".