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LA VETERINARIA METTA I PIEDI NEL BIOLOGICO

LA VETERINARIA METTA I PIEDI NEL BIOLOGICO
Il settore dell'allevamento biologico è una nuova occasione per la professione veterinaria. L'approvazione del logo europeo e la sua regolamentazione d'uso chiamano direttamente in causa le procedure di allevamento. Gaetana Ferri: " Bisognerebbe che i veterinari mettessero i piedi nel settore dell'agricoltura biologica".

Settori considerati minori, di nicchia, trascurati o poco conosciuti, senza solide basi di formazione: dall'apicoltura all'acquacoltura, gli spazi per la medicina veterinaria continuano ad aprirsi. Una nuova occasione di sbocco professionale è il biologico, un settore che dal 1 luglio di quest'anno ha un proprio logo e una regolamentazione europea che chiama direttamente in causa i trattamenti sanitari in stalla e la sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale.

"Bisognerebbe che i veterinari mettessero piede nel settore dell'agricoltura biologica" è stata la dichiarazione esplicita del Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinaraio, Gaetana Ferri, durante l'intervista con la FNOVI sull'apicoltura - a proposito di una filiera alimentare fra le più propagandate come "naturale e biologica" - di cui la veterinaria si sta riappropriando dopo anni di carenze formative, sanitarie e di titolarità professionale.


Il logo europeo per i prodotti biologici è stato ufficializzato dal 1 luglio e la Commissione europea ha pubblicato on line il manuale d'uso del logo accompagnato da 10 faq sul suo uso.

Gli agricoltori convenzionali devono sottostare ad un periodo di conversione di un minimo di due anni prima di poter iniziare a produrre prodotti agricoli commercializzabili come biologici. I due processi di produzione dovranno essere separati. Una volta che il processo di conversione è stato completato, gli operatori continuano ad essere soggetti ad approfondite ispezioni annuali, tra cui: Ispezione della documentazione riguardante gli acquisti e le vendite, registro di stalla e dei trattamenti sanitari sull'allevamento, ecc; possibilità di prelevare campioni; ispezione delle condizioni di allevamento al chiuso e all'aperto ed infine ispezione di campi, frutteti, serre e pascoli.

Ulteriori ispezioni e visite sul luogo possono essere pianificate dagli ispettori per gli operatori che presentano maggiori rischi. Ogni Stato membro ha stabilito un sistema di ispezione e designato un numero di autorità pubbliche e/o strutture private che hanno il compito di compiere le ispezioni e la certificazione dei prodotti biologici. Nel caso in cui gli operatori non rispettino tutti i requisiti, la certificazione biologica può essere ritirata e viene rimosso il diritto di vendere i loro prodotti come biologici.

L'applicazione del logo biologico dell'Ue è obbligatoria dal 1 luglio 2010 per i prodotti alimentari preconfezionati. Rimane volontaria invece per i prodotti importati dopo tale data.