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FACOLTA’, CAMBIERANNO I TEST D’INGRESSO

FACOLTA’, CAMBIERANNO I TEST D’INGRESSO
Si fa strada l'ipotesi di modificare i criteri dei test d'ingresso alle Facoltà a numero programmato. Accolto dal Governo un ordine del giorno durante i lavori sulla riforma Gelmini. Favorevole anche il Consiglio nazionale universitario (Cun). Selezione anche con colloqui dal 2011. Ma il numero programmato non si tocca.

I test d'ingresso alle Facoltà a numero programmato falliscono lo scopo di far entrare nei corsi di laurea specialistici gli studenti più adatti ad intraprendere quella carriera universitaria: le prove sono accusate di nozionismo, errori e aleatorietà. Il senatore Stefano De Lillo, Pdl, in un ordine del giorno approvato dal Governo come raccomandazione a fine luglio, ha riaperto il dibattito, incontrando aperture anche dal Consiglio universitario nazionale.
''Si tratta - ha spiegato il senatore - di un passaggio importante per il fatto che oggi circa un terzo dei corsi universitari e' soggetto a questa disciplina.

Curriculum, formazione del candidato rimangono ai margini delle valutazioni di ammissione. Per questa ragione e' importante che dal Governo giunga un segnale forte nel rivedere questo sistema, predisponendo altri meccanismi di valutazione che prendano in considerazione sia il curriculum dello studente sia la possibilita' di svolgere un esame orale. Far parte di un corso di laurea non puo' essere come partecipare ad un gioco a quiz, ma e' un atto di responsabilità''.

«I giovani sono costretti a giocarsi l'accesso agli studi universitari, marcando con la matita delle crocette, come al superenalotto», scrive De Lillo, «i test d'ingresso più che testare le capacità testano fortuna e mero nozionismo, non tenendo conto del voto di maturità, né di valutazioni psico-attitudinali, o della cultura generale come potrebbe pienamente emergere da più prove scritte e orali». L'ordine del giorno in Senato si è poi concluso chiedendo l'impegno del governo perché promuova «le iniziative per risolvere le incongruenze tra diritto allo studio e test d'ingresso».

«L'idea di rivedere i criteri di selezione è condivisa - ammette Giuseppe Valditara, capogruppo Pdl in Commissione istruzione del Senato - ma il numero chiuso non si tocca, è impossibile eliminarlo. Le prove sono alle porte, mancano poche settimane, ma siamo d'accordo su una revisione che per il 2011 migliori il sistema di selezione».

Andrea Lenzi, il presidente del Consiglio universitario nazionale e presidente dei corsi di laurea in Medicina, lancia una proposta: «Oltre al semplice quiz, che ha un valore oggettivo e che per questo è indispensabile, pensiamo di valutare il curriculum degli ultimi tre anni di liceo, più il voto di maturità "pesato" sulla media dell'istituto, dal momento che ci sono istituti dove è facile prendere dieci e altri dove è difficile prendere sette. Si pensa anche alla possibilità di selezionare aggiungendo ai quiz dei colloqui». Ma anche per Lenzi in numero chiuso non può essere messo in discussione. «Per formare un medico occorrono 11 anni - sottolinea Lenzi - 6 di laurea, 5 di specializzazione, perciò nessuno Stato può permettersi di far entrare tutti, anche perché creeremmo dei medici disoccupati».
Gli studenti vorrebbero spostare la selezione nel corso del primo anno. «E che diciamo, tu fuori, abbiamo scherzato? Non è davvero una soluzione praticabile», conclude Lenzi.

Le associazioni degli studenti contestano anche la data unica, un aspetto, questo, che si ricollega al problema finanziario e che per le aspiranti matricole impedisce di tentare la prova in sedi diverse. I test per l'ingresso a veterinaria sono fissati per lunedì 6 settembre.

Per le prove di quest'anno il Ministero ha già emanato il decreto che fissa le modalità dei test, così come ha già emanato il provvedimento che accerta il rispetto delle condizioni di legge per programmazione corsi di laurea da parte degli Atenei.