Le motivazioni dei proponenti sono principalmente economiche e animate da velleità di risparmio: anziché organizzare e sostenere il costo di venti organizzazioni, perché non riunirle in una sola entità, ottenendo un deciso taglio dei costi e uno snellimento delle procedure? "Le categorie professionali, le loro esigenze e le loro problematiche sono talmente diversificate che sarebbe davvero impossibile riunirle sotto un'unica egida- è la posizione del Presidente Mancuso, che rincara: "Questo appare palese a chi vive la sua vita professionale all'interno delle problematiche delle casse, ma probabilmente non altrettanto evidente risulta per chi non li vive quotidianamente, pur esercitando attivamente la professione".
Il dibattito mediatico sulla materia previdenziale dev'essere ricondotto entro i termini della chiarezza, pur restando "acceso e ricco di spunti, anche provocatori- dichiara il Presidente dell'Enpav- rimane fondamentale, però, essere certi che i destinatari della comunicazione siano messi in condizione di cogliere appieno il significato della notizia".
La stampa economica rispolvera la presunta instabilità economico finanziaria degli enti di previdenza privatizzati, dando voce ai fautori dell'unificazione fra i quali l'On Cazzola. " In realtà- conclude Mancuso- molte Casse, seguendo l'obbligo normativo della Legge Finanziaria 2007, hanno affrontato, dialogando con i propri iscritti e rappresentanti territoriali, un iter di profonda riforma del proprio sistema pensionistico, riformulando in modo significativo le norme regolamentari dei propri istituti. Grazie a tali modifiche regolamentari, analizzate e approvate dai Ministeri Vigilanti, gli istituti previdenziali dei professionisti hanno allungato il loro orizzonte di stabile sopravvivenza economico finanziaria, come richiesto dalla normativa".