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RABBIA, ESCHE DAL CIELO NON SONO AVVELENATE

RABBIA, ESCHE DAL CIELO NON SONO AVVELENATE
Proseguirà fino al 23 aprile la nuova campagna di vaccinazione che interessa 51 Comuni del Veneto. Un'altra campagna sarà ripetuta in autunno. Informazione alla popolazione sulle caratteristiche e sulle modalità di impiego delle esche: "non sono bocconi avvelenati, non vanno né spostate né toccate". È ripartita il 9 aprile e durerà fino al 23 di questo mese la seconda campagna di vaccinazione orale antirabbica per le volpi mediante la distribuzione di esche dall'elicottero. È interessato dall'intervento il territorio di tutti i Comuni veronesi posti a nord dell'autostrada Serenissima, compresi quelli della riviera gardesana e Verona per la sua parte collinare e montana. Come già era stato annunciato, dopo la prima distribuzione dello scorso inverno, iniziata il 28 dicembre, questa seconda diffusione territoriale delle esche viene fatta in primavera a disgelo avvenuto per integrare e potenziare l'azione del vaccino. Un'altra campagna sarà ripetuta in autunno per mezzo milione di esche su una superficie di circa 20 mila chilometri quadrati.

Le esche sono distribuite dall'elicottero secondo linee di volo parallele distanti da 500 a 1000 metri fra di loro, in base anche alle caratteristiche orografiche del terreno sorvolato: l'obiettivo è quello di garantire la distribuzione di 20-30 esche per chilometro quadrato. Ci saranno successivamente degli interventi per la posa manuale delle esche che completeranno la distribuzione aerea, dove non è possibile avvicinarsi troppo alle zone abitate.

L'esca è un vaccino vivo e attenuato in sospensione contenuto in un blister, a sua volta inglobato in una tavoletta composta da grasso animale e farina di pesce che ha le dimensioni di 4 centimetri per 4 per 1,5 centimetri di spessore, di colore grigioverde. «Le esche non sono bocconi avvelenati, come qualche zelante cittadino ha sospettato raccogliendole e portandole ai veterinari», aveva ammonito lo scorso gennaio il dottor Graziano Galbero, presidente dell'Ordine dei medici veterinari della provincia, «ma vanno lasciate sul posto evitando di toccarle a mani nude perché il contatto lascerebbe traccia della presenza umana e questo allontanerebbe le volpi dall'esca».

La prefettura di Verona ha avvertito la Provincia, i sindaci dei 51 Comuni interessati dalla distribuzione delle esche, carabinieri, polizia, Corpo forestale dello Stato, i Servizio veterinari delle tre Ulss veronesi, il presidente dell'Ordine dei medici veterinari e la direzione del laboratorio territoriale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie che la Regione, con proprio decreto di inizio aprile, ha dato avvio alla campagna di vaccinazione.

Avvisi e cartelli posizionati in diverse zone informano della presenza delle esche. Non sono pericolose per gli animali domestici, ma occorre evitare che cani e gatti le ingoino, perché verrebbero così sottratte alle volpi, che sono le vere destinatarie della profilassi antirabbica.

Proprio dall'Istituto zooprofilattico arrivano le raccomandazioni per chi trovasse le esche: non vanno né spostate né toccate. Se dovesse essere aperto il blister con il vaccino e ne venissero a contatto accidentalmente la pelle o le mucose di naso e occhi occorre lavarsi accuratamente con acqua e sapone e poi contattare il medico di famiglia o la sede centrale dei servizi veterinari dell'Ulss 20 (045-8075929), oppure i numeri dei rispettivi distretti veterinari di San Giovanni Lupatoto, Grezzana, Colognola e Cologna: saranno i sanitari a decidere se sia prudente una vaccinazione post-esposzione.

La decisione della Regione di avviare la campagna di vaccinazione antirabbica per gli animali selvatici è la conseguenza della comparsa dell'infezione nel Bellunese dove un cane è risultato positivo lo scorso novembre e poi sono seguite le positività di animali selvatici (volpi e tasso) e di un asino. Dal 1 gennaio a oggi sono 120 casi di rabbia diagnosticati in 39 comuni della provincia di Belluno e il contagio è ormai ai confini delle province di Trento e Vicenza.

Di conseguenza è scattato l'obbligo della vaccinazione dei cani nelle province di Belluno, Treviso, e nelle porzioni a nord delle province di Vicenza e Venezia. I proprietari di cani di altre province che si rechino in quei luoghi devono avere gli animali vaccinati da più di 21 giorni. Per il momento è solo consigliata la vaccinazione antirabbica precontagio di gatti, furetti e altri animali da compagnia che siano sensibili alla malattia e presenti nelle zone a rischio, mentre è obbligatoria se vengono trasferiti anche solo temporaneamente nelle stesse aree.