Lo ha sancito la Cassazione che, con la sentenza n. 11466 del 18 maggio 2009, ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle entrate che aveva chiesto la nullità di un giudizio al quale aveva partecipato soltanto uno dei professionisti di una società professionale.
I fatti riguardano il singolo professionista-socio che subisce un accertamento del reddito. Il Fisco innalza il reddito sulla base dei maggiori ricavi della società. Se il professionista-socio intende far ricorso, tutti i soci devono partecipare alla causa contro il fisco, integrando il contradditorio, al fine di accertare che il maggior reddito attribuito dal Fisco sia effettivamente riconducibile ai ricavi dello studio. Le spese in giudizio sono invece interamente compensate fra il professionista soggetto all'accertamento e al Fisco.
In materia tributaria, hanno scritto i giudici, l'unitarietà dell'accertamento e la conseguente automatica imputazione dei redditi della società ai soci configura una ipotesi di litisconsorzio, con la conseguenza che la proposizione di un ricorso da parte di uno dei soci comporta la necessità di integrare il contradditorio con il coinvolgimento degli altri soci, pena la nullità del giudizio.
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