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INTESA SUGLI ANIMALI NON DEAMBULANTI

INTESA SUGLI ANIMALI NON DEAMBULANTI
Si è svolto il 13 maggio l'incontro sulla questione delle "vacche a terra". Promosso dalla Società Italiana Veterinari Animali da Reddito (SIVAR), il tavolo ha riunito veterinari, allevatori e animalisti per analizzare le applicazioni del Regolamento europeo 1/2005. I convenuti hanno trovato un'intesa sulla necessità di affrontare a monte il problema. Si è concluso questo pomeriggio l'incontro promosso dalla Società Italiana Veterinari Animali da Reddito (Sivar) sulla questione delle "vacche a terra". Presso la sede dell'Anmvi, il Presidente della Sivar, Medardo Cammi ha riunito allevatori, veterinari e animalisti per analizzare il problema degli animali non idonei al trasporto ai sensi del Regolamento europeo 1/2005.

Alla riunione hanno partecipato, oltre al Consigliere Sivar Mino Tolasi e al Vice Presidente dell'Anmvi con delega agli animali da reddito, Marco Colombo, i rappresentanti di: Aivemp (il presidente Bartolomeo Griglio e il Segretario Marina Perri), Fnovi (il presidente Gaetano Penocchio), Lav (il vice presidente Roberto Bennati), Animal Angel's (la Presidente Christine Hafner), Coldiretti Cremona (il Direttore Assuero Zampini) e Confagricoltura (Serena Elsanino, responsabile Zootecnica Emilia Romagna).

Il tavolo ha affrontato le implicazioni del Regolamento 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto ed operazioni correlate, mettendo in luce il problema degli animali non deambulanti, sotto i vari profili di competenza. Tutte le componenti del tavolo sono partite dal presupposto che il Regolamento debba trovare una rigorosa applicazione là dove vieta il trasporto di animali non idonei al viaggio, in particolare se "non sono in grado di spostarsi autonomamente senza sofferenza e di deambulare senza aiuto".

Nel condannare ogni forma di illegalità, il tavolo si è concentrato sulle soluzioni utili ad intervenire a monte sul problema e ad evitare che si manifestino le condizioni in cui possono insinuarsi le violazioni, pur in presenza di un rigoroso regime sanzionatorio come quello stabilito dal Decreto 151/2007. Fermo restando il punto di vista del produttore che nel capo vede un valore produttivo, quello protezionistico delle associazioni animaliste e quello medico-deontologico del veterinario, il destino dei capi non deambulanti è il perno attorno al quale ruotano le soluzioni possibili.

In proposito, il tavolo ha trovato una convergenza sull'ipotesi illustrata dalla Sivar che, vede nell'eutanasia la soluzione tecnicamente più realistica, purchè l'allevatore possa essere sollevato dall'onere economico della prestazione e dello smaltimento della carcassa. Al riguardo, la componente veterinaria del tavolo si è proposta per approfondire i risvolti tecnici ed attuativi della soluzione eutanasica.

Sull'entità generale del fenomeno non esistono dati univoci, tuttavia l'esperienza di allevatori e veterinari dimostra che in presenza del capo non deambulante, la singola unità produttiva risente di un problema economico e gestionale che coinvolge anche aspetti clinici e deontologici di cui è chiamato a farsi carico il medico veterinario.

Molto soddisfatti i medici veterinari: "ci siamo fatti agenti promotori del problema"- ha dichiarato il Vice Presidente Anmvi Marco Colombo. Questo incontro ha riunito tutte le parti in causa riuscendo a dare concretezza all'analisi del problema sulla base delle esperienze di tutti. "C'è stato un dialogo franco - ha dichiarato Mino Tolasi- che ci ha permesso  di mettere a fuoco i risvolti pratici e realistici della questione".