Con il federalismo fiscale i trasferimenti statali verranno cancellati. Al loro posto le Regioni godranno di un mix di tributi propri e compartecipazioni con cui finanziare al 100% i livelli essenziali delle prestazioni in sanità, sulla base di "costi standard". Le Regioni virtuose faranno da modello. Il testo approvato dalla Camera. La Camera ha approvato il disegno di legge (C2105 e abb.) dal Senato, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. Il provvedimento, che è stato modificato nel corso del suo iter, torna ora al vaglio dell'altro ramo del Parlamento. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare entro la fine di aprile. Entro due anni saranno emanati i decreti legislativi attuativi. La fase transitoria durerà invece cinque anni.
Il disegno di legge delega che punta a responsabilizzare i centri di spesa, ad accrescere la trasparenza dei meccanismi finanziari e il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti, superando il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento. Nel passaggio a Montecitorio, tra Commissioni e Aula, il testo del ddl ha subito delle variazioni importanti.
Il federalismo fiscale approvato dalla Camera ha confermato l'impianto delle funzioni fondamentali regionali: i Lep ( Livelli essenziali delle prestazioni) in sanità vanno a finanziati e perequati al 100%, sulla base di "costi standard" e sulla base, questa è una novità, di "obiettivi di servizio". I Lep non saranno fissati per decreto legislativo ma per legge.
Oggi i trasferimenti statali alle Regioni per finanziare la sanità (ma anche l'assistenza e l'istruzione) avvengono sulla base della spesa storica e con criteri incrementali. Con il federalismo fiscale i trasferimenti statali verranno cancellati. Al loro posto le Regioni godranno di un mix di tributi propri e compartecipazioni con cui finanziare al 100% i livelli essenziali delle prestazioni, a costi standard. Per "costi standard" si intendono i "costi efficienti" a cui presta i servizi la Regione più virtuosa. Per tutte le altre interverrà il fondo perequativo (a carico della fiscalità generale) a compensare le differenze. Un patto di convergenza accompagnerà i territori verso il passaggio ai costi standard.
Le cinque Regioni a statuto speciale ( Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, quest'ultima comprendente le provincie autonome di Trento e Bolzano) non saranno soggetti al patto di convergenza, ma al patto di stabilità interno. Tavoli bilaterali con il Governo stabiliranno in che misura dovranno partecipare alla perequazione.