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SICILIA, BRUCELLOSI UMANA COLPA DELLA POLITICA

SICILIA, BRUCELLOSI UMANA COLPA DELLA POLITICA
"Se i casi di brucellosi umana in Sicilia sono in costante diminuzione questo lo si deve all'azione sinergica e convinta tra la sanità pubblica veterinaria e quella libero professionale". La UIL scrive all'assessore alla sanità della Sicilia, Massimo Russo. La presenza di brucellosi umana in Sicilia è "l'indicatore di un insuccesso della politica". Una lettera all'assessore alla Sanità siciliana, Massimo Russo, per mettere i puntini sulle "i" e precisare che, sul fronte della lotta alla brucellosi nell'isola, i veterinari si sono sempre dati da fare, spesso in aperto contrasto con direttive che arrivavano dall'alto. Pertanto, la presenza di brucellosi umana in Sicilia "è l'indicatore di un insuccesso di quella politica che ha operato e legiferato in contrasto con le più elementari regole scientifiche ed epidemiologiche".

A scrivere è la Federazione medici Uil Fpl, che, senza troppi giri di parole, chiude la missiva destinata al responsabile della sanità siciliana sottolineando che "abbiamo bisogno solo di svolgere il nostro lavoro in un clima sereno e costruttivo, senza sceriffi o podestà, con dirigenti preparati, informati, legittimati e riconosciuti nel proprio ruolo".

"Le parti politiche, per assolversi dalle proprie responsabilità per scelte incaute e di parte - si legge nella lettera - tentano di accusare tutta la sanità pubblica veterinaria siciliana di non aver saputo operare per il raggiungimento degli obiettivi sanitari nazionali, dimenticando che, a livello regionale, tali regole sanitarie, dettate da precisi percorsi epidemiologici, sono state disattese proprio dalle scelte di politica sanitaria fatte da coloro che oggi ci accusano".

"La parte politica della Regione Sicilia, tramite gli uffici a disposizione - si legge ancora - negli anni è stata costantemente informata sull'andamento delle epidemie di tubercolosi e brucellosi su tutto il territorio, e delle richieste provenienti dai servizi di sanità pubblica veterinaria regionali per contrastare il fenomeno del vagantismo degli animali da reddito. Ma le determinazioni sono state solo la riproposizione di deroghe alla movimentazione di animali per quei piccoli allevatori dediti alla transumanza o a tipi di allevamenti marginali. Evidentemente - accusa il sindacato - tale gruppo sociale ha mostrato di possedere maggiori capacità seduttive nei confronti del mondo politico, che non i responsabili degli uffici della sanità umana e veterinaria regionale. Conseguentemente i servizi veterinari territoriali hanno subito un depauperamento delle proprie
capacità di intervento e della propria autorevolezza (per delegittimazione politica), perché nel tempo non sono stati dotati di risorse sufficienti in rapporto alle attività da svolgere".

"Con tutta evidenza - accusa ancora la Uil Fpl - gli stessi gruppi di pressione sembrerebbero anche aver lavorato per fare investire risorse limitate per la identificazione degli animali (sistema elettronico), e si sono trovati sempre consenzienti nelle azioni di rimando del problema, come il ricorso alla vaccinazione o alle deroghe alla normativa nazionale". "Ovvio l'insuccesso", fa notare dunque il sindacato. Adesso i casi di brucellosi umana "non possono essere addossati alla
responsabilità e alla inefficienza di una classe veterinaria che, si dice, non abbia saputo operare sia nelle Ausl che nella attività libero professionale".

Tutt'altro. Al contrario, secondo la Uil Fpl, "la diminuzione dei casi di brucellosi umana e animale in alcuni territori siciliani è dovuta solo alla capacità dei veterinari che, nell'interesse collettivo e per alto senso del proprio dovere, hanno dovuto e saputo operare anche in contrasto con direttive palesemente favorenti l'interesse solo di alcuni". "Adesso, ancora per procrastinare e non dare soluzione al problema brucellosi e tubercolsi negli allevamenti siciliani - prosegue il sindacato - si vuole giocare sulle spalle dei veterinari convenzionati, che con il proprio lavoro hanno messo in crisi il sistema di 'normale illegalità' sopra descritto. Dunque per il gruppo di pressione a cui lei - scrive la Uil Fpl rivolgendosi direttamente a Russo - sembrerebbe porgere orecchio, diventa utile chiedere di non rinnovare i nostri contratti di lavoro, spargendo veleni e dubbi sulla nostra professionalità e correttezza".

"Abbiamo il dovere di dire chiaro e forte lo stato delle cose per informare i cittadini che, se i casi di brucellosi umana in Sicilia sono in costante diminuzione - quest'anno sono stati circa 300 a fronte dei circa 1.500 casi degli scorsi anni - questo lo si deve all'azione sinergica e convinta tra la sanità pubblica veterinaria e quella libero professionale che, nonostante gli impedimenti, hanno saputo raggiungere la riduzione dei casi di malattia umana e animale", conclude la Federazione medici Uil Fpl. (Adnkronos Salute)