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ECM, TOMASSINI: CHIARIRE COSTI E OBBLIGHI

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"Aspettiamo documenti che facciano luce sull'impiego dei fondi spesi per l'ECM". Così il presidente della Commissione di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale Antonio Tomassini, lasciando la riunione della Commissione da lui presieduta dove è stata ascoltata, ieri e oggi, Maria Linetti, direttore dell'Ufficio formazione continua del ministero della Salute. Maria Linetti ha illustrato il funzionamento del sistema di educazione continua in medicina (ECM), soffermandosi sui risultati del periodo sperimentale 2002-2007 ed evidenziando gli effetti determinati dalla sentenza della Corte costituzionale n. 328 del 2006. Il presidente Tomassini ha quindi sottolineato in Commissione l’esigenza di un intervento legislativo avente lo scopo di eliminare le distorsioni che sono presenti nel sistema ECM. La senatrice Binetti ha suggerito che la rappresentante ministeriale, fornisca elementi informativi sulla gestione economica ed amministrativa del sistema ECM e sulle valutazioni delle attività al fine dell’accreditamento, mentre i senatori Bodini e Caforio hanno chiesto chiarimenti sull’accreditamento dei provider, sulla gestione dei crediti e sulle sanzioni che sono previste per coloro che non provvedono alla formazione. Il senatore Cesare Cursi ha ribadito la necessità di un intervento legislativo “ anche per evitare discipline differenziate nelle regioni”, mentre il sen Massidda ha chiesto delucidazioni sulla gestione economica del sistema. Il Presidente Tomassini ha successivamente precisato ad Andkronos che la richiesta di documenti non nasconde alcun pregiudizio: "non pensiamo certo che questi soldi siano stati sperperati". Tuttavia il loro impiego "appare confuso e fumoso. Sono stati fatti ingenti sacrifici - riconosce il presidente della Commissione - e spesi corposi flussi di denaro, ma non è chiaro come siano stati investiti. Per questo intendiamo far chiarezza". E se sul passato ci sono numerosi dubbi da fugare, secondo Tomassini ad oggi, sul fronte ECM, si rischiano "grandi difformità a livello nazionale, con Regioni che procedono a passo spedito e altre che imboccano altre direzioni. Vi sono inoltre grossi dubbi sul fronte della circolazione europea nonché sulla definizione delle formazione di alcune figure, come ad esempio quella del fisiatra. Senza contare il nodo dei liberi professionisti che non operano all'interno del Servizio sanitario. Non è chiaro come questi operatori si aggiorneranno - sottolinea Tomassini - sempre che decidano di farlo. Riteniamo necessario intervenire al più presto con una legge". Obiettivo "contrastare la sentenza della Corte costituzionale sul tema", ovvero il pronunciamento 328 del 2006 che attribuisce alle Regioni la competenza esclusiva della materia.