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ANAGRAFE EQUINA, 1 DOCUMENTO PER 2 MINISTERI

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“Sono soddisfatto del risultato, perchè è la prima volta che tutte le componenti della veterinaria e del settore sottoscrivono un documento comune e soprattutto unico per i due ministeri competenti sull’anagrafe equina. Credo che sia molto importante che la posizione da portare avanti sia una e sia la stessa per la Salute e le Politiche Agricole”. Così Sandro Barbacini, medico veterinario ippiatra e consigliere ANMVI, ha commentato l’approvazione in FNOVI del documento sull’anagrafe equina realizzato da un tavolo di lavoro composto da ANMVI, SIVE, SIVEMP, AISA e FISE. Nel resoconto pubblicato dalla FNOVI si ribadisce che sul piano sanitario, l’anagrafe equina risulta presupposto indispensabile per conciliare la tutela della salute del consumatore con il benessere del cavallo sportivo, per assicurare efficacia ai provvedimenti di gestione e prevenzione delle malattie infettive, comprese le zoonosi, e quale supporto imprescindibile per una farmacovigilanza mirata ed efficiente. Il documento promuove la figura del Medico Veterinario il quale deve rivestire un ruolo esclusivo nella intera procedura identificativa degli equidi, inclusa l’applicazione dei transponder elettronici, e che tale procedura sia considerata a tutti gli effetti atto esclusivamente medico; questa situazione imprescindibile è ritenuta l’unica in grado di garantire una identificazione certa degli animali ed una corretta ed efficiente sorveglianza epidemiologica. La FNOVI e le Associazioni coinvolte ribadiscono inoltre la necessità di distinguere in modo inequivocabile l’equide destinato alla produzione di alimenti per l’uomo da quello sportivo. Il regolamento di attuazione dell’anagrafe equina dovrebbe così contenere tutti gli elementi utili a consentire l’iscrizione dei cavalli sportivi alla categoria degli animali non destinati alla produzione di alimenti per l’uomo, evitando di porre qualsiasi ostacolo, sia di tipo economico che di tipo burocratico alla decisione del proprietario di dichiarare il cavallo sportivo non idoneo alla produzione di alimenti per l’uomo; inoltre fare in modo che il dato sia mantenuto fruibile e gestibile da parte del Sistema Sanitario Nazionale ai fini fondamentali di un’efficace epidemiosorveglianza.