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UDINE, HONSELL RISPONDE ALL’ANMVI

Sul Messaggero Veneto del 3 febbraio, mentre l’ANMVI denuncia l’irresponsabile innalzamento del numero di medici veterinari, il Magnifico Rettore Furio Honsell “tranquilizza” l’Associazione affermando che “veterinaria non produrrà disoccupati”, anzi che gli studenti italiani saranno “ al massimo 2 o 3” e che gli stranieri saranno obbligati al rientro. Il corso, dice il Rettore dell’Ateneo di Udine, “non riguarda solo i Paesi dell’Est, ma anche i Paesi in via di sviluppo, l’Africa in particolare”. Ma in Regione e alla Camera dei Deputati non mancano esponenti politici attenti alle ragioni dei veterinari italiani e sensibilizzati ad una interrogazione parlamentare e consiliare. Il Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, con la collaborazione attiva di alcuni Colleghi friulani, ha preso contatti con l’onorevole Angelo Compagnon (UDC) per sapere dalle autorità regionali e di Governo sulla base di quali motivazioni si assicurano risorse economiche regionali e nazionali alla formazione accademica di medici veterinari di altri Paesi. Il tutto per soddisfare la “domanda di formazione proveniente da Paesi con forte vocazione zootecnica” (dichiarazione dell’ Assessore Roberto Cosolini al Messaggero Veneto del 1 febbraio 2007. L'ANMVI chiede inoltre di sapere sulla base di quale criterio abbiano, Regione e Ateneo udinese, stabilito il numero di 30 matricole (18 posti per stranieri e 12 per italiani), quando è in capo al Ministero dell’Università, sentito il Ministero della Salute, il compito di decretare il numero programmato dei posti alle facoltà di medicina veterinaria in Italia e considerato che questo numero è in progressiva diminuzione da due anni. Il Decreto, firmato dal Ministro Fabio Mussi nel luglio del 2006 ( che fissa in 1405 il numero posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea specialistica in Medicina Veterinaria - classe 47/S- per l'anno a.a. 2006/2007.) tiene infatti conto delle indicazioni del Ministero della Salute che, in occasione della annuale programmazione degli accessi ai corsi di laurea e di laurea specialistica dell’area sanitaria, “ha fatto presente la necessità di contenere il numero delle immatricolazioni per il corso in questione”. Il Ministero dell’Università ha “ ritenuto di condividere i criteri di cui alle richiamate considerazioni circa la opportunità di accogliere l’offerta formativa deliberata dagli Atenei se in misura ridotta rispetto al precedente anno e, al contrario, non opportuno accogliere l’incremento del numero delle immatricolazioni richiesto da altre Università, in linea con quanto evidenziato dal Ministero della Salute”.