Si terrà dal 4 al 6 ottobre, presso il Centro Congressi Lingotto, PRION 2006 ( “Strategies, Advances And Trends Towards Protection Of Society”), il più importante appuntamento scientifico al mondo sulle malattie da prioni, le malattie degenerative del cervello che colpiscono l’uomo e gli animali. Oltre 800 studiosi da tutto il mondo si sono già iscritti al Convegno, tra i quali il Premio Nobel Stanley Prusiner.
“Prion 2006”, l’annuale appuntamento del Network di Eccellenza dell’Unione Europea “NeuroPrion”, raggruppa 52 enti di ricerca di 20 paesi ed è stato costituito nel settembre 2003 allo scopo di proteggere la salute umana e animale da tutte le malattie da prioni. L’incontro di Torino sarà l’occasione per presentare i più recenti risultati della ricerca mondiale su controllo e terapia di queste malattie, ma anche per mettere a confronto gli esperti del settore e chi, a vario titolo, è coinvolto nella prevenzione e nella gestione del rischio di nuove emergenze, che, come nel caso della BSE, potrebbero causare crisi alimentari con costi spaventosi per la collettività.
“Mucca pazza”, ad esempio, ha fatto in Europa danni per oltre 90 miliardi di euro ed è stata combattuta con investimenti in ricerca per soli 90 milioni. I risultati della sorveglianza nel nostro Paese sono stati molto positivi (in Italia si è passati da 50 focolai nel 2001 a 6 quest’anno), ma questo –fanno notare i promotori del convegno– non consente di abbassare la guardia.
La scelta di Torino non è casuale perché nel capoluogo subalpino ha sede, presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, il Centro di Referenza Nazionale per la BSE.
Il prione della BSE, e lo dimostrano anche i recenti casi di Giappone, Stati Uniti e Canada, non è debellato e c’è il rischio che possa diffondersi attraverso nuove vie, trasmesso ad esempio tramite il sangue. L’identificazione, prima in Italia e successivamente in diversi Paesi europei, di nuove varianti della BSE, rende indispensabili ulteriori ricerche sulle potenzialità di rischio per l’uomo e gli animali di queste nuove forme e sulle possibilità di trasmissione all’uomo di altre malattie da prioni degli animali.
Si farà il punto anche sulle possibilità terapeutiche di queste malattie e sulla prossima disponibilità di mezzi diagnostici applicabili in in fase pre-clinica Tenendo conto che indipendentemente dalla trasmissibilità queste malattie sono comunque presenti nell’uomo in forma sporadica o di origine genetica. Per rendere più efficace la propria azione, i responsabili del network “NeuroPrion” hanno coinvolto le associazioni dei parenti dei pazienti con malattie da prioni con l’intento di costituire un’Associazione Europea dei Familiari.
Per illustrare al grande pubblico situazione attuale e strategie di lotta a queste malattie, in apertura del convegno, si terrà una conferenza in italiano ad ingresso libero a tutti, in cui si parlerà di tutte queste forme morbose, da “Mucca pazza” alla malattia di Creutzfeldt-Jakob, all’insonnia familiare fatale. Interverranno Silvio Garattini, Pierluigi Gambetti, Maria Caramelli, Piergiorgio Strata e Davide Schiffer.
Nell’organizzazione del convegno -il terzo di NeuroPrion, dopo quelli di Parigi e Düsseldorf– con Maria Caramelli dell’Istituto di Torino collaborano Gianluigi Forloni dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, Fabrizio Tagliavini dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e Jean-Philippe Deslys del CEA di Parigi, coordinatore del Network NeuroPrion.