Il Sottosegretario alla Giustizia, Luigi Scotti, rassicura il mondo professionale e dice sì “ ad un confronto con gli Ordini Professionali sui minimi tariffari. Le competenze restano al Ministero della Giustizia e saremo quindi noi a presentare un progetto di riforma delle professioni". Il dicastero del Ministro Clemente Mastella intende completare, entro la settimana, un primo giro di consultazioni con le principali categorie. Dopo che all'interno del Governo è stato chiarito che la riforma delle professioni è di esclusiva competenza del ministero della Giustizia, l'impegno del Ministro e dei Sottosegretari è rivolto ad arrivare al più presto al superamento del decreto Bersani. " Raccoglieremo- ha detto Scotti al Sole 24 Ore- le indicazioni e le proposte delle categorie professionali e le riferiremo al Ministro che dovrà poi valutare una posizione collegiale del Governo. Certamente si dovranno considerare le peculiarità di alcune professioni che saranno valutate nella loro specificità". E la bocciatura del Decreto-Bersani arriva anche dal CUP che riunitosi ieri a Roma si è dichiarato fortemente contrario al decreto emanato dal Governo e voluto dal Ministro allo sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Secondo il CUP, è venuta meno la promessa di Prodi di concertare le riforme con gli Ordini, le misure individuate non sono quelle che potranno rilanciare l'economia del paese e inoltre non vi era alcuna urgenza particolare per arrivare a questa iniziativa legislativa scavalcando ogni concertazione con le categorie mentre si sarebbe potuto pensare ad una riforma organica delle professioni da discutere con gli interessati e da portare in parlamento al più presto. Il CUP " si riserva di adottare tutte le iniziative necessarie a difesa di ruolo e funzioni delle professioni intellettuali a tutela degli interessi del cittadino”. Alla riunione del CUP, in rappresentanza dei veterinari, era presente il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, che al quotidiano Italia Oggi ha rilasciato un’intervista ribadendo che “i tariffari, unitamente alle norme di accesso alla professione (esame di stato, praticantato), alla verifica delle buone pratiche veterinarie, all’esercizio del potere disciplinare, al controllo della pubblicità sanitaria, tutte queste cose insieme concorrano a perseguire la qualità delle prestazioni professionali.
La professione veterinaria non ha alcun timore di modificare le proprie regole; lo farà presto riscrivendo il proprio codice deontologico (cosa annunciata ben prima del decreto Bersani); l’importante è che veniamo riconosciuti nel nostro ruolo e vengano comprese le nostre attribuzioni. Gli ordini – ha concluso il Presidente della FNOVI- sono uno strumento di tutela dei cittadini prima che delle professioni”.